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PREMIO OA SPORT 2021: Vanessa Ferrari, sognatrice romantica. Lottatrice immortale: gloria olimpica indelebile

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Vanessa Ferrari ha vinto la sesta edizione del Premio OA Sport. La bresciana, icona indiscussa della ginnastica artistica italiana, è stata selezionata dalla nostra redazione al termine di un anno così ricco di trionfi per lo sport italiano. La motivazione della scelta è la seguente: “Per la sua capacità di lottare contro il destino avverso, raggiungendo finalmente il suo sogno“. 

La medaglia d’argento alle Olimpiadi di Tokyo 2020 giunge dopo un inseguimento sfiancante e logorante durato tredici anni, passando dagli amarissimi quarti posti di Londra 2012 e Rio 2016, in un percorso costellato da infortuni, problemi fisici, sfortune e avversità. Una medaglia sognata, desiderata, bramata. Voluta a tutti i costi, anche nei momenti più bui. La volontà di voler agguantare quell’alloro è stata il motore che ha segnato una carriera intera, una ragione irrazionale che ha spinto a mille sacrifici, a digerire bocconi amari, a risalite incredibili, a voli pindarici.   

Vanessa Ferrari ha completato la sua Odissea ed è giunta nel porto più lieto. L’argento la ripaga di mille sacrifici e anzi, in cuor suo, è anche un po’ delusa perché non è arrivato il titolo a cinque cerchi e non ha fatto suonare l’Inno di Mameli nel Sol Levante. A 30 anni ha offerto una prestazione commovente e in grado di fare sgorgare lacrime sopite e di fare pulsare anche i cuori più docili. L’azzurra si regala una magia sublime ed emoziona chi l’ha seguita per tre lustri ai vertici, chi l’ha amata incondizionatamente, chi l’ha iniziata a seguire più tardi, chi l’ha apprezzata per la sua caparbietà leonina e per la voglia costante di rimettersi sempre in gioco. 

Sulle note di “Con te partirò” ha scaldato i Giochi. Il brano di Andrea Bocelli, scelto appositamente per l’occasione, ha fatto venire la pelle d’oca anche alla giuria e al pubblico. Nel Sol Levante abbiano assistito a 90 secondi di pura grazia, un quadro pennellato che davvero descrive la sua vita e la sua carriera. Vanessa Ferrari ha sciorinato un’interpretazione magistrale e segnante, una lezione di ginnastica artistica nel vero senso della parola, che andrà tramandata alle future generazioni che si avvicineranno alla Polvere di Magnesio. La Campionessa del Mondo 2006 non è soltanto acrobatica pura, come tante avversarie, ma è un concentrato di artisticità e di vibrazioni, di espressività e di emozioni indescrivibili. 

Soltanto la statunitense Jade Carey le è stata superiore per un soffio: 14.366 contro 14.200, con la differenza che l’americana partiva da un D Score di 6.3 contro il 5.9 della nostra portacolori. La Farfalla di Orzinuovi, che in primavera era stata di bronzo agli Europei, è l’incarnazione dell’Araba Fenice, sempre capace di risorgere dalle proprie ceneri e dalle avversità. Quindici anni fa si laureò Campionessa del Mondo nel concorso generale, quest’anno è salito sul podio olimpico: in mezzo una vita intera, da film, da favola. Eroina immortale. In precedenza l’Italia aveva vinto soltanto una medaglia olimpica nell’artistica femminile: argento nella gara a squadre ad Amsterdam 1928, addirittura 93 anni fa. 

I suoi infortuni sono stati molteplici e sicuramente le hanno impedito di vincere ancora di più, i tendini e le caviglie di cristallo sono state costanti con cui ha dovuto sempre fare i conti. Soffermiamoci sugli ultimi anni: ai Mondiali 2017, durante la finale al corpo libero, si rompe il tendine d’AchilleTorna in pedana dopo 500 giorni di stop dal crac di Montreal, vince subito una tappa di Coppa del Mondo a Melbourne e decide di perseguire la strada di quel circuito per qualificarsi ai Giochi. 

Nel frattempo si opera a entrambi i piedi e scopre di avere la tiroidite di Hashimoto (una malattia autoimmune). Avanti imperterrita, Tokyo 2020 si avvicina, è messa benissimo in classifica generale e a Baku può chiudere i conti: si risparmia in qualifica per poi dare tutto in finale, ma l’atto conclusivo non si disputa a causa dell’esplosione della pandemia e viene omologato il verdetto dopo il preliminare.  

Subisce il sorpasso di Lara Mori, nel frattempo i Giochi slittano di un anno e per evitare sorprese si rimette in gioco su tutti gli attrezzi per meritarsi un posto nel quartetto di squadra nel caso in cui non si disputasse l’ultima tappa di Coppa del Mondo. La mettono in calendario a fine giugno, a un mese da Tokyo: trionfa a Doha e stacca il biglietto da individualista. In qualifica batte Simone Biles (impresa riuscita a poche) e poi conquista l’argento. E non è ancora finita: il ritiro sembra scongiurato, potrebbero arrivare nuove gioie nel prossimo futuro. 

L’albo d’oro del Premio OA Sport si arricchisce così di un nome illustre e per la seconda volta nella storia è un portacolori della ginnastica artistica a essere insignito del riconoscimento, visto che nel 2018 avevamo celebrato Marco Lodadio (dopo la medaglia di bronzo agli anelli conquistata ai Mondiali). Vanessa Ferrari succede al serbo Sinisa Mihajlovic (allenatore del Bologna, premiato nel 2019 per la sua lotta contro la leucemia) e allo statunitense Mike Tyson (il celeberrimo pugile trionfatore dodici mesi fa grazie al suo ritorno sul ring a 54 anni).  

ALBO D’ORO PREMIO OA SPORT: 

2016 – Giovanni Pellielo (Italia, tiro a volo) 

2017 – Federico Pellegrino (Italia, sci di fondo) 

2018 – Marco Lodadio (Italia, ginnastica artistica) 

2019 – Sinisa Mihajlovic (Serbia, calcio) 

2020 – Mike Tyson (USA, boxe) 

2021 – Vanessa Ferrari (Italia, ginnastica artistica) 

Foto: Lapresse

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