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Rivelazione 2021 sport italiano – Oscar OA Sport: Bordignon e Zanni, sorprese di peso. Ceccon strabilia

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L’Italia ha festeggiato una stagione semplicemente memorabile in ambito sportivo e ha goduto di una sequela di trionfi davvero senza eguali. Il Bel Paese ha esultato praticamente in tutti gli ambiti, giganteggiando spesso dove partiva con i favori del pronostico e infilando una continuità di risultati davvero stupefacenti.

In un’annata agonistica così speciale non sono mancate alcune rivelazioni, autentiche sorprese in termini di risultati che hanno arricchito ulteriormente la bacheca delle vittorie e dei podi internazionali per la nostra Nazionale. La redazione di OA Sport ha assegnato l’Oscar alla rivelazione italiana del 2021: di seguito la nostra speciale top-5.

OSCAR OA SPORT 2021, LA RIVELAZIONE DELL’ANNO

PRIMO POSTO – GIORGIA BORDIGNON: 

La grande rivelazione di questa memorabile annata sportiva per l’Italia. Nel momento più importante della carriera, quando meno te la aspetti, contro qualsiasi pronostico della vigilia, fuori da ogni borsino logicamente testato, sorretta da una passione e da un amore viscerale per il sollevamento pesi, Giorgia Bordignon si consacra. Principessa di Forza, Regina di Costanza, Imperatrice di tenacia, Sognatrice romantica. Semplicemente argento olimpico nella categoria fino a 64 kg: prima donna italiana a salire sul podio a cinque cerchi in questo sport. 

Apocalittica, nel senso buono del termine. Monumentale a 34 anni, al culmine di una bella carriera in cui era però mancato il sigillo di lusso. Nello strappo si issa progressivamente a 104 kg, nello slancio demolisce il precedente record nazionale e stampa 128 kg per un totale di 232 kg (sei chili in più del primato italiano). Soltanto la canadese Maude Charron è riuscita a battere la lombarda, mai salita su un podio internazionale nella sua vita e capace di spingersi oltre i limiti fisici e del tempo per regalarsi un metallo che farà ammirare ai nipotini, frutto di una magia iperuranica da autentica rivelazione. 

SECONDO POSTO – MIRKO ZANNI: 

La forza di credere nelle proprie possibilità è un talento innato, una dote che può aiutarti ad andare oltre limiti e barriere. Un acceleratore di particelle, un rigenerante, un integrante che aiuta nella vita e in campo sportivo. Ad appena 24 anni firma la magia della sua giovanissima carriera, conquistando uno storico bronzo alle Olimpiadi nel sollevamento pesi: il Bel Paese non festeggiava un traguardo del genere da addirittura 37 anni!  

Una rivelazione perché il friulano è quinto a metà gara tra i 67 kg, poi nello slancio si esalta: chiama i 177 kg, sbaglia nettamente il primo tentativo (il bilanciere non arriva nemmeno alle ginocchia), ci riprova, ci riesce con uno sforzo immane, supera la concorrenza e si regala un podio a cinque cerchi semplicemente incredibile, dopo l’argento nel totale agli Europei di pochi mesi prima. 

TERZO POSTO – THOMAS CECCON: 

Che avesse un talento sconfinato era assodato, ma in questa stagione è definitivamente esploso e ha ribadito che, ad appena 20 anni, ha di fronte a sé un futuro decisamente radioso. Estroso e attore protagonista in più pellicole contemporaneamente, come soltanto le menti più geniali: una recita in più maschere che ribadisce il suo status di big del nuoto internazionale e di potenziale faro del movimento tricolore nel presente e nel futuro prolungato. 

Alle Olimpiadi è quarto sui 100 dorso con tanto di record nazionale (52.84, poi abbassato a un mostruoso 52.23 nella frazione d’apertura della mista mixed) e lo special resta acceso per l’intera durata della rassegna a cinque cerchi dove è impeccabile nelle due staffette: argento nella 4×100 stile libero, bronzo nella 4×100 misti. Un anello cruciale nelle strette maglie azzurre, espressione di un movimento in enorme salute.  

Agli Europei in vasca corta porta a casa altre quattro medaglie (oro nella 4×50 misti, argento nei 200 misti e nella 4×50 stile libero, bronzo nei 50 farfalla). Ai Mondiali in corta anche il bronzo sui 100 misti a livello individuale.

QUARTO POSTO – MANFREDI RIZZA: 

Elmetto in testa, faretto sulla fronte, torcia in mano. In versione perlustratore avventuroso. Un novello Indiana Jones della canoa. L’uomo che ha riportato la luce in uno sport che alle nostre latitudini stava soffrendo da parecchio tempo: l’ultimo alloro olimpico era datato Pechino 2008 con l’argento di Josefa Idem, per ritrovare l’ultima gioia nel K1 bisognava risalire addirittura all’apoteosi totale del maestoso Antonio Rossi, capace di tingersi d’oro ad Atlanta 1996.  

Sono stati duecento metri al fulmicotone e particolarmente vibrante per il “Baffo”. Un talento di 30 anni che in più occasioni aveva manifestato il suo rilevante potenziale, ma che non era riuscito a sublimarsi come avrebbe meritato e come egli stesso si sarebbe aspettato. A Tokyo è tirato a lucido, si presenta nella forma della vita, vestito del miglior abito tecnico-sportivo che madre natura potesse mettergli a disposizione. 

La sua cavalcata è brillante e fa capolino all’atto conclusivo con la convinzione di potersi giocare tutte le sue carte a disposizione. Non è una dei grandi favoriti della vigilia, ma gli avversari devono temerlo perché è in grado di sorprendere tutti lungo uno sforzo brevissimo, ma intenso e logorante. La sua partenza è poderosa, poi inscena una lotta punta contro punta altamente spettacolare con l’ungherese Sandor Totka e al traguardo si deve inchinare per 45 millesimi. 

Il suo salto sul secondo gradino del podio è meraviglioso, culmine di una carriera in cui aveva fatto fatica a portare a casa allori di peso (da ricordare i due argenti tra Giochi del Mediterraneo e Universiadi nel 2013), anche se agli Europei 2021 ha conquistato uno spettacolare titolo nel K2 in coppia con Andrea Di Liberto. 

QUINTO POSTO – AZIZ ABBES MOUHIIDINE: 

Qualcuno, all’orecchio, gli ha sussurrato che è lui il vero Campione del Mondo. Per quello che si è visto sul ring della Stark Arena di Belgrado, l’azzurro avrebbe meritato la corona dei pesi massimi. Il campano ha combattuto con grinta, caparbietà e personalità contro Julio La Cruz, non facendosi intimorire dal nome di quello che viene considerato il miglior pugile tra i dilettanti in termini assoluti. 

Il 23enne non si è intimorito, ha combattuto col giusto piglio e in maniera propositiva, cercando di pungere in attacco e destreggiandosi brillantemente in fase difensiva, puntando tanto anche sulla sua proverbiale velocità. Il nostro portacolori si è inchinato non tanto alla forza del cubano, ma più ai giudici, emanatori di un verdetto tutt’altro che lineare e decisamente rivedibile. Ah, l’uomo che ha sussurrato “Sei tu il vero Campione” all’orecchio di Mouhiidine è stato proprio La Cruz… 

Di fatto abbiamo assistito a un passaggio di consegne (anche se lo scettro resta nelle mani del Campione Olimpico). Il Guerriero ha riportato l’Italia sul podio iridato nell’universo pugilistico (parliamo di dilettanti) a distanza di otto anni dall’ultima volta (oro con Clemente Russo, sempre tra i massimi). 

Foto: Lapresse

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