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Scacchi: Magnus Carlsen leggendario! Batte Ian Nepomniachtchi dopo 136 mosse e passa a condurre nel Mondiale 2021

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Oggi si materializza un momento leggendario nella plurisecolare storia degli scacchi. Magnus Carlsen vince la sesta partita del match valevole per il Campionato del Mondo 2021 contro Ian Nepomniachtchi portandosi sul 3.5-2.5. Un confronto senza tempo, durato 136 mosse (partita più lunga nella storia dei confronti iridati), 7 ore e 45 minuti. Un finale, quello di Torre e Cavallo contro Donna, inizialmente dato per patto da tutti, ma sul quale lui ha creduto di poter contare e alla fine ha avuto ragione: è bastata un’imperfezione del russo per consentire al norvegese di prendersi tutto.

Che la partita sia tagliente lo si capisce fin da subito, con la scelta di una pseudo-Catalana come apertura. Nepomniachtchi cade in riflessione già dalla terza mossa, e già alla decima ha una ventina di minuti di ritardo sul tempo a disposizione nei confronti di Carlsen. Il campione, però, si trova a dover risolvere numerosi problemi, perché sulla scacchiera ci sono situazioni non banali dopo alcuni scambi.

Alla ventisettesima mossa, il dado è tratto: lo sfidante offre l’ingresso in una situazione di Torri (bianche) contro Donna (nera). Sfida accettata dal campione: da questo momento in poi nulla è più banale. Nulla, come il tempo di riflessione di Carlsen, ridotto al minimo per il Campione del Mondo, che si ritrova con 3 minuti per le ultime 8 mosse prima del controllo del tempo contro i 22 di Nepomniachtchi. Succede di tutto, anche il russo finisce in ristrettezze di tempo ed entrambi mancano occasioni importanti per guadagnare materiale o vantaggio posizionale. Alla quarantesima l’orologio dice 24 secondi per Carlsen, appena 5 per Nepomniachtchi. Ma a quel punto arriva l’ora in più per 20 mosse.

La transizione verso il finale è lenta, ma inesorabile, mentre le ore continuano a scorrere e si iniziano a intravedere i crismi di una durata infinita. Dopo la sessantesima entra in scena l’aggiunta di 15 minuti con 30 secondi di incremento a mossa. Dopo 80 tratti Carlsen decide di entrare in un finale ad alta spettacolarità, ma che sulle prime appare teoricamente patto, di Torre, Cavallo e tre pedoni contro Donna e pedone h del Nero. Chiunque firmerebbe per l’equa divisione del punto, ma non il norvegese, uno da sempre abituato a giocare con maestria nei finali e a sfruttare ogni vantaggio anche minimo che gli si presenta.

Ed ha ragione anche stavolta: basta poco, una spinta in e4, il pedone che Nepomniachtchi lascia al suo destino, qualche inaccuratezza con la Donna, e all’improvviso i supermotori chiamano un matto in 60 mosse. Il detentore gioca con mirabile precisione, non manca nessuna mossa nel duello che corre anche sul tempo. Anche in questo il Campione del Mondo è strepitoso: con meno secondi a sua disposizione le mosse migliori le gioca tutte, con precisione mirabile, tagliando fuori la Donna nera e portando la coppia di pedoni e e f sempre più in profondità. “Nepo” è costretto a capitolare, a Dubai Carlsen torna a far valere quella legge della sesta partita che lo ha salvato nel 2018 con Caruana e gli ha portato il punto intero nel 2013 e 2014 con Anand (nel 2016, dopo tre battaglie di fila con Karjakin, fu patta rapida).

CARLSEN-NEPOMNIACHTCHI: SESTA PARTITA

Foto: FIDE / Eric Rosen

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