Editoriali

Sci alpino, Sofia Goggia non può più nascondersi. Gigante ago della bilancia per la Coppa del Mondo

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Lo scorso mese di ottobre, alla nostra domanda “La Coppa del Mondo è sempre stata un tuo reale obiettivo?“, Sofia Goggia, forse con un pizzico di scaramanzia comune a tanti atleti, rispose testualmente: “Lo stai dicendo tu…“. Oggi la bergamasca non può più nascondersi. Al di là delle dichiarazioni di facciata come “A dicembre non guardo alla classifica“, è innegabile che sia in piena lotta per la sfera di cristallo generale: d’altronde occupa la prima posizione in graduatoria con 635 punti, 65 in più della statunitense Mikaela Shiffrin.

Sin qui il ruolino di marcia nelle discipline veloci non ammette repliche: media di 100 punti in discesa libera (tre successi in altrettante gare), 80 in superG (due vittorie, un secondo ed un sesto posto nelle competizioni disputate). Sofia Goggia, a 29 anni, ha toccato l’apice della carriera. Ha raggiunto la piena maturità agonistica, l’esperienza l’ha resa tatticamente più saggia. Ha compreso che non serve necessariamente aggredire la pista dal primo all’ultimo metro, rischiando così molto meno rispetto al passato. Ciò nonostante ha trovato una stabilità tecnica notevole, che le consente di sciare con grande sicurezza anche sopra i 100 km/h.

La portacolori del Bel Paese è in corsa per la Coppa del Mondo generale, ma non significa che sia la favorita. Tale palma spetta ancora a Mikaela Shiffrin, che sulla carta può ambire con continuità al podio in tre discipline, contro le due dell’italiana. E’ innegabile tuttavia che la statunitense, sebbene resti una fuoriclasse indiscutibile, al momento sia molto meno dominante rispetto a due o tre stagioni or sono. Sinora ha collezionato due vittorie, una in gigante ed una in slalom, tuttavia in entrambe le discipline, pur partendo in ogni gara con l’obiettivo di ambire al bersaglio grosso, non è più affatto scontato un suo trionfo, in particolare tra i rapid gates contro la scatenata slovacca Petra Vlhova. Tutto ciò premesso, Shiffrin sbaglia davvero raramente e ciò fa sì che diventi una vera e propria macchina da punti, perché difficilmente ne raccoglie meno di 40 in superG e gigante, mentre in slalom è un evento vederla piazzata peggio del secondo posto.

Il vero ago della bilancia di questa Coppa del Mondo sarà il gigante. Sofia Goggia, per cullare l’obiettivo di una vita (e vi assicuriamo che tale è da anni), dovrà necessariamente continuare a vincere in discesa, salire sul podio con continuità in superG (dove è meno dominante rispetto alla libera) e portare a casa punti pesanti anche tra le porte larghe. Che non significa vincere anche in gigante, ma collocarsi stabilmente tra la quinta e l’ottava posizione, che vorrebbe dire conseguire tra i 45 ed i 32 punti a gara. L’auspicio resta che la campionessa olimpica di PyeongChang 2018 possa in taluni contesti piazzare anche un exploit da podio su piste più favorevoli, come potrebbero essere ad esempio quelle di Maribor ed Are. Nella passata stagione, prima dell’infortunio che la privò della partecipazione ai Mondiali di Cortina, Sofia Goggia colse due settimi posti come migliori risultati in gigante: ora servirà alzare l’asticella, tuttavia il grande lavoro svolto in estate lascia ben sperare che ciò possa accadere. Peraltro il tanto allenamento tra le porte larghe si è rivelato propedeutico per ritrovare continuità anche in superG.

Non dimentichiamoci, inoltre, che ci troviamo nel bel mezzo di una annata olimpica, con i Giochi di Pechino 2022 che inizieranno ad inizio febbraio. Petra Vlhova, dopo averla conquistata nel 2021, sembra aver accantonato l’obiettivo Coppa del Mondo generale, proprio per finalizzare la preparazione in vista del grande appuntamento; la svizzera Lara Gut-Behrami sta vivendo un periodo nero tra la caduta di St.Moritz e la positività al Covid. Si sta dunque profilando una corsa a due per la sfera di cristallo con Shiffrin in pole e Goggia pronta a vendere cara la pelle sino a metà marzo. Non è escluso che, con le Olimpiadi all’orizzonte, l’americana decida di saltare qualche tappa, magari quella di Garmisch-Partenkirchen (illogicamente piazzata ad 8 giorni dal gigante a cinque cerchi…), località peraltro molto amata dalla bergamasca. Una partita tutta da giocare, in cui di sicuro non ci si può più nascondere.

Foto: Lapresse

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