Atletica
Sportivo paralimpico italiano 2021 – Oscar OA Sport: Ambra Sabatini da cartolina, Bebe Vio esemplare, nuoto da record
L’universo paralimpico regala sempre grandi emozioni all’Italia, il 2021 non ha deluso le aspettative e gli azzurri hanno conquistato medaglie a raffica alle Paralimpiadi di Tokyo. OA Sport assegna l’Oscar 2021 per il miglior atleta paralimpico dell’anno, di seguito la nostra top-5.
OSCAR OA SPORT 2021, MIGLIOR PARALIMPICO:
PRIMO POSTO – AMBRA SABATINI:
Una delle più belle scoperte sportive di questa stagione. La 19enne, soltanto due anni dopo il terribile incidente in scooter che ha costretto i medici ad amputarle la gamba sinistra sopra il ginocchio, dimostra di essere una delle realtà più brillanti dell’atletica paralimpica a livello internazionale.
A inizio anno aveva siglato il nuovo record del mondo sui 100 metri (categoria T63), sfrecciando in 14.59 a Dubai. Un autentico raggio di sole, visto che non si aspettava Ambra Sabatini ai massimi livelli fin da subito: è stata brava a bruciare i tempi e a ergersi come punto di riferimento della velocità in pista. Si presenta alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 ed è il faro più splendente di qualcosa di davvero surreale e che ricorderemo a lungo.
Uno, due, tre. Spettacolare tripletta sui 100 metri. Oro, argento e bronzo si tingono col tricolore. Tre fuoriclasse hanno saputo dominare la specialità e prendersi tutti i gradini del podio in un tripudio italiano già entrato nella storia del nostro sport. Le nostre portacolori non hanno deluso le aspettative e hanno giganteggiato in maniera perentoria, surclassando l’intera concorrenza a mani basse.
Ambra Sabatini, Martina Caironi, Monica Graziana Contrafatto. Tre guerriere leggendarie. Sotto una pioggia battente che ha travolto la capitale giapponese rendendo tutto ancora più romantico, su uno sfondo da film che ha reso ancora più emozionante l’impresa inscenata dalle azzurre. La 19enne toscana ha trionfato col nuovo record del mondo, spingendosi fino a un surreale 14.11 e ritoccando di 26 centesimi quanto Martina Caironi aveva fatto poche ore prima.
SECONDO POSTO – ARJOLA TRIMI:
Uno dei volti simbolo del nuoto paralimpico, entrata definitivamente in una nuova dimensione a 31 anni, dopo che a Rio 2016 aveva messo le mani su una medaglia d’argento. Alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 fa saltare il banco e fa incetta di allori con una naturalezza imbarazzante, tornando a casa con ben cinque medaglie al collo.
Spadroneggia nei 50 dorso e nei 100 stile libero, risultando la migliore in assoluto nella categoria S3 e facendo suonare l’Inno di Mameli a spron battuto. Tutto accompagnato dall’argento sui 50 stile (proprio come cinque anni prima in Brasile) e dal secondo posto nella staffetta 4×50 mista.
Dopo otto anni di attività nell’universo paralimpico, arriva la splendida consacrazione a cinque cerchi per questa ragazza di origini albanesi, capace in passato di salire sul gradino più alto del podio per ben tre volte ai Mondiali e di annoverare sei apoteosi europee nel suo palmares.
TERZO POSTO – BEBE VIO:
Una ragazza che trascende lo sport e che impersonifica la vita. Bebe Vio va ben oltre le pedane di scherma. È un modello per i più giovani e per chi teme di non potercela fare, è un turbinio di emozioni, è un fiume in tempesta perenne, un moto continuo che tempra corpo e mente. La veneta era la grande favorita della vigilia alle Paralimpiadi e ha fatto centro con una facilità disarmante nel fioretto individuale (categoria B): un autentico caterpillar che ha travolto tutte le avversarie con una furia sovrumana, imponendosi per distacco come se facesse un’altra disciplina e venisse da un altro pianeta.
La 24enne firma il bis dopo il trionfo di Rio 2016, ma a ergere questa ragazza a modello di vita non è tanto la medaglia d’oro portata a casa, ma cosa ha dovuto passare per ottenerla. La nostra portacolori si è confessata soltanto alcuni giorni dopo: quattro mesi prima del trionfo nel Sol Levante, infatti, aveva dovuto fare i conti con un’infezione da stafilococco e la prima diagnosi era quella di un’amputazione dell’arto sinistro entro due settimane, ma fortunatamente i medici sono riusciti a evitare quel dramma e l’hanno rimessa in sesto per l’appuntamento a cinque cerchi.
Dopo il sigillo individuale, Bebe Vio ha provato a trascinare le compagne verso il trionfo nella gara a squadre. Insieme ad Andreea Mogos e Loredana Trigilia ha cercato il colpaccio nella finale contro la fortissima Cina, ma le asiatiche si sono rivelate più abili e così l’Italia si è dovuta accontentare della medaglia d’argento, che comunque ha un peso specifico non indifferente per il nostro movimento.
QUARTO POSTO – FRANCESCO BOCCIARDO:
L’uomo che non teme le distanze e che spazia con innata disinvoltura dallo sprint puro alla resistenza, riuscendo sempre a primeggiare sfruttando delle doti innate davvero sopraffine. Il 27enne ligure si presenta alle Paralimpiadi per fare la differenza tra 100 e 200 metri stile libero nella categoria S5, dopo che a Rio 2016 aveva fatto saltare il banco sui 400 metri. Dalle otto vasche è passato a uno sforzo più contenuto ed esplosivo, ma il risultato non cambia ed è quello degno dei più grandi campioni: la vittoria.
Francesco Bocciardo trionfa in entrambe le specialità, firmando una spettacolare doppietta dorata nella velocità pura e nell’esercizio del doppio andata-ritorno. Proprio come aveva fatto due anni fa ai Mondiali, preludio di epopee trionfali sotto l’insegna dei cinque cerchi. Lo stesso copione che aveva inscenato prima dell’appuntamento in terra sudamericana, visto che anche in quella occasione si era presentato con il fresco iride sui 400 metri.
A margine anche l’argento nella 4×50 metri stile liberi, dove è elemento cruciale di una staffetta capace di sfoderare un ottimo potenziale tecnico e di conquistare un risultato di grande rilevanza, emblema di un movimento natatorio paralimpico davvero in auge alle nostre latitudini.
QUINTO POSTO – CARLOTTA GILLI:
Una delle italiane più medagliate alle Paralimpiadi di Tokyo 2020. La 20enne ha fatto il suo esordio nella rassegna a cinque cerchi dopo essersi distinta tra Mondiali ed Europei, tornando sempre con la valigia piena di allori e dopo aver lasciato il segno a suon trionfi, primati e prestazioni encomiabili. La piemontese non accusa il peso dell’emozione nella competizione più importante al mondo e sciorina uno show di rara bellezza, da autentica padrona dell’acqua e da reginetta della vasca.
Carlotta Gilli ribadisce di essere una delle migliori nuotatrici in circolazione e di essere a tutti gli effetti una delle punte di diamante del Bel Paese. Nella categoria S13 è un meraviglioso portento: conquista la medaglia d’oro sui 100 farfalla (con annesso record paralimpico) e sui 200 misti (con record del mondo), è eccellente seconda tra 400 stile libero e 100 dorso, il bronzo sui 50 stile libero completa un pokerissimo da eroina autentica.
Foto: Lapresse