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Taekwondo, Vito Dell’Aquila campione olimpico: il primo oro azzurro di un’Olimpiade trionfale – VIDEO

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“Non sarei onesto se non dicessi la verità, e cioè che punto alla medaglia d’oro. E’ il mio sogno da bambino e darò il massimo per raggiungerlo…”, queste parole sono state pronunciate da Vito Dell’Aquila il 14 luglio 2021, dieci giorni prima della vittoria ai Giochi di Tokyo nella categoria -58 kg del torneo maschile di taekwondo.

L’avvicinamento alle Olimpiadi non è facile per il ragazzo di Mesagne. Il pugliese infatti conquista la qualifica nel 2019, facendo tornare l’Italia con certezza nello scenario a Cinque Cerchi, ma da quel momento si inceppa. La pandemia “annoia” il suo fisico e la sua mente.

Nel 2020 praticamente è inattivo e ripartire nel 2021 per un solo grande obiettivo, passando da tappe intermedie di non grande appeal, non sembra facile, ma quando l’essenza del tatami olimpico inizia ad inebriare il corpo e la testa di Vito tutto ritorna come prima. L’azzurro si libera da un peso, rompe le catene di un disagio, ritrova la sua identità, le sue caratteristiche, il suo stile di combattimento e comincia a “danzare” sulla scena giapponese.

L’esordio negli ottavi di finale contro l’ostico ungherese Omar Salim, domato per 26-13, fa capire che il classe 2000 è concentrato e calato nella parte al meglio, seguendo anche i preziosi consigli del direttore tecnico della Nazionale, Claudio Nolano, che lo guida tatticamente in ogni singolo duello.

L’atleta tricolore scioglie misura, doppia i colpi, alza il volume della radio: nei quarti di finale il thailandese Ramnarong Sawekwiharee non può mai tenergli testa, tanto che l’incontro si conclude addirittura sul 37-17 per point gap. E’ il momento delle semifinali. Il cerchio si stringe: ci si gioca le medaglie, quelle vere, quelle pesanti, quelle olimpiche, quelle che rimangono nella carriera di un atleta e nell’immaginario collettivo.

Da fronteggiare c’è l’esperto argentino Lucas Lautaro Guzman: uno di quelli che te la fa sempre sudare. Vito Dell’Aquila è semplicemente più forte, più bravo ed anche più pronto a soffrire, se nei primi due round il distacco è minimo, nella terza ripresa l’italiano mette il turbo: un calcio dopo l’altro, una combinazione dopo l’altra, sino al 29-10 che vale il pass per la finalissima.

Ed è lì, quando ti stai per giocare il tutto per tutto, succede qualcosa di inatteso: il coreano Jang Jun, numero uno al mondo, e grande rivale di Dell’Aquila, “stecca”. L’asiatico si fa eliminare dal tunisino Mohamed Khalil Jendoubi con lo score di 25-19. Jendoubi è bravo, ma la chance è di quelle da non farsi sfuggire. Si arriva alla finale.

In Italia sono le 14:45 di sabato 24 luglio, il Makuhari Messe Hall A, che anche se vuoto resta comunque imponente ed impressionante, è pronto ad accogliere i contendenti. Un saluto di rito e si va. La sfida è molto più difficile di quello che si pensa, anche perché la tensione la fa da padrone e il taekwondoka tunisino ha molti meno assilli di Dell’Aquila, che infatti va sotto.

Prima 0-3, poi 2-5, ma da lì in poi scatta la rimonta. Si entra nel terzo round col divario assottigliato all’8-9: il momento è decisivo. Vito sta bene, il suo rivale è in debito d’ossigeno. Arriva il pari sul 10-10, poi da lì un’altra musica: l’allungo sul 12-10, il momento che rompe l’equilibrio. Dell’Aquila spinge, va a segno, si prende il centro del tatami: è 16-12, è tutto suo, E’ ORO! 

L’Italia mette a referto il primo oro di un’Olimpiade che poi si rivelerà trionfale tornando sul gradino più alto del podio nel taekwondo nove anni dopo l’impresa di Carlo Molfetta, proprio quel taekwondoka che, come Dell’Aquila, è nato a Mesagne, cittadina che si è trasformata nella “capitale” di una disciplina imprevedibile e straordinaria. Il sogno è realizzato: Dell’Aquila ha l’oro al collo in una girandola di emozioni incontrollabili. La dedica al nonno, il canto dell’inno. Un momento potente che ha lanciato l’Olimpiade dei colori italiani verso momenti trionfali.

VIDEO L’ORO OLIMPICO DI VITO DELL’AQUILA

Foto: LaPresse

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