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ATP Cup 2022, Matteo Berrettini ancora distante dalla forma migliore. Torneo di passaggio verso gli Australian Open
Per Matteo Berrettini l’esordio nel 2022, in termini di risultati, non è stato quello sperato. Il romano, numero 1 d’Italia, è stato infatti sconfitto da Alex de Minaur nel secondo confronto di Italia-Australia di ATP Cup, con il punteggio di 6-3 7-6(4). Una partita, questa, che entra in una specie di solco delle volte in cui Berrettini torna in campo dopo una pausa media o lunga e, per di più, dopo un problema fisico importante.
Si ricordano dei ben precisi precedenti in tal senso, restando soltanto al 2021: dopo l’infortunio degli Australian Open il romano saltò tutta la parte di febbraio e marzo della stagione, per ricomparire soltanto a Cagliari in doppio e a Montecarlo in singolare. Quest’ultima apparizione lo vide particolarmente contratto, e lo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina approfittò largamente della situazione. Il vero Berrettini si rivide a Belgrado (250 vinto) e a Madrid (finale del Masters 1000 persa con il tedesco Alexander Zverev).
L’altra occasione è invece legata al dopo-Wimbledon. In quel caso il numero 1 d’Italia si dovette fermare fino a larga parte larga parte della stagione americana, riprendendo contatto con il campo soltanto a Cincinnati. Sconfisse con una certa difficoltà lo spagnolo Albert Ramos-Vinolas, ma si dovette fermare di fronte a una valida versione del canadese Felix Auger-Aliassime, che sarebbe poi arrivato in semifinale a New York. Proprio là dove solo Novak Djokovic ha fermato, ai quarti, l’uomo che allora vestiva Lotto e che oggi ha fatto l’esordio con Hugo Boss.
In quest’occasione, la condizione di Berrettini è apparsa forzatamente lontana da quella delle migliori versioni: siamo però di fronte a una situazione del tutto normale. All’allievo di Vincenzo Santopadre servono partite per carburare, e in questo senso va anche il fatto di aver giocato il doppio insieme a Simone Bolelli. Si sono comunque visti dei buoni elementi: la tenuta caratteriale è sempre quella, così come anche la questione delle prime ha visto numeri tutto sommato buoni (6 ace, 68% in campo, 74% di punti vinti).
Per la miglior forma, in breve, non bisogna certo passare dalla partita odierna: elementi migliori li potremo probabilmente già vedere martedì nella sfida Italia-Francia, quando il numero 7 del mondo andrà ad affrontare il francese Ugo Humbert. Un giocatore complicato, se lo si trova nella giornata giusta, e che viene peraltro dalla prima grande battaglia dell’anno, quella in cui è riuscito a superare Daniil Medvedev. Già questo basta a far capire che, nell’occasione, il romano avrà bisogno di qualcosa in più dal suo livello di gioco.
Un livello che, peraltro, pur essendo ancora lontano da quello che ha fatto vedere in tante occasioni in questi anni, non è stato neanche brutto. Per intenderci, il Berrettini visto con de Minaur è risultato con più frecce al proprio arco rispetto ai confronti con Davidovich Fokina e Ramos-Vinolas. Benché sconfitto, il romano può guardare con fiducia sia alle partite con Humbert e Medvedev che, in sede futura, a quegli Australian Open che sono il suo reale obiettivo, visto che lo scorso anno non ha neanche potuto battersi con Stefanos Tsitsipas agli ottavi. Altro fattore da considerare: il numero 1 d’Italia ha spesso vissuto una vigilia di Slam meno performante rispetto allo Slam stesso. A Roma raggiunse gli ottavi (due partite vinte), al Roland Garros i quarti (quattro); a Cincinnati stesso discorso, ma con una sola partita vinta prima degli US Open. Andando ancora più indietro, a Cincinnati 2019 aveva perso all’esordio, prima di volare fino in semifinale a Flushing Meadows. Questo per dire che, sì, oggi Berrettini è a un certo punto, ma non è difficile immaginarlo a ben altro punto più avanti nel mese.
Foto: LaPresse