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Australian Open 2022, attento Matteo Berrettini! Gael Monfils fa paura: sta vivendo una seconda giovinezza

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Mercoledì 4 settembre 2019. Matteo Berrettini questa data se la ricorda bene. E ha ottima memoria anche del suo avversario di quel giorno: Gael Monfils, l’uomo sul quale la Francia aveva puntato dopo le meraviglie mostrate da junior. Il parigino, alla fine, è diventato sì un forte, fortissimo giocatore, un top ten, ma non è diventato il supercampione che in terra transalpina si aspetta da tempo immemorabile. Senza arrivare ai Quattro Moschettieri, infatti, basta ricordare che l’ultimo vincitore Slam è Yannick Noah (Roland Garros 1983) e l’ultimo finalista, invece, Jo-Wilfried Tsonga (Australian Open 2008).

Quel giorno, il romano riuscì, dopo una battaglia con qualsiasi tipo di arma disputata sull’Arthur Ashe Stadium, a sconfiggere al tie-break del quinto set il suo avversario, arrivando così a giocare la sua prima semifinale Slam in vita. In seguito un altro confronto c’è stato, in ATP Cup, ma di quel 6-4 6-2 di inizio 2021 sono in pochi a ricordarsi, mentre l’accento è più spesso posto proprio sulla sfida newyorkese.

Rispetto ad allora è cambiato molto. Berrettini ormai è un top ten consolidato, di quelli che sono in grado di restare in alto molto a lungo, mentre Monfils ha dovuto fare i conti con qualche problema fisico e un inevitabile calo di rendimento. A 35 anni, però, ha cominciato davvero bene il 2022, e sembra essere in un’ottima condizione di forma.

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In particolare, l’ormai marito di Elina Svitolina ha cominciato vincendo il torneo di Adelaide 1, inizio di un’altra particolare stagione australiana. Lo ha fatto senza cedere un set, e trovando giocatori di un buonissimo livello come l’americano Tommy Paul, la versione rinata dell’australiano Thanasi Kokkinakis e il russo Karen Khachanov. Dopo esser uscito al primo turno ad Adelaide 2, invece, si è presentato a Melbourne con le idee chiare.

E, finora, non ha fallito un colpo: nessun set perso, e se disinnescare l’argentino Federico Coria sul veloce è facile, meno lo è fermare la fantasia del kazako Alexander Bublik, uno che quando vuole può fare letteralmente di tutto con la racchetta. Ma la performance in grado di cominciare a far pensare è quella con il cileno Cristian Garin, superato per 7-6(4) 6-1 6-3 al terzo turno. Destino simile per il serbo Miomir Kecmanovic: 7-5 7-6(4) 6-3 e altro segnale importante lanciato dal transalpino.

Il tutto avendo speso meno di 8 ore in campo, un dato che per lui è vitale anche in funzione dell’età. Un successo ai danni anche di Berrettini lo riporterebbe nei primi 15 del mondo, un dato importante per lui che è stato numero 6. Si tratterà della decima volta ai quarti di finale in uno Slam per lui, ma soltanto la seconda a Melbourne contro le quattro del Roland Garros e degli US Open, tornei in cui vanta anche una semifinale. Soltanto Wimbledon ha sempre assunto il ruolo di tabù per lui, che solo una volta è arrivato agli ottavi. A questo Monfils, però, c’è da fare particolare attenzione: sa come fare e conosce perfettamente tutti i trucchi del mestiere. In breve, bisognerà essere pronti ad assistere a una lotta per nulla scontata.

Foto: LaPresse

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