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Australian Open 2022, Berrettini-Nadal: cosa è cambiato da quel precedente degli US Open 2019 e perché si può sperare
Non prima delle 04.30 italiane, domani (28 gennaio) a Melbourne (Australia). Sono queste le coordinate spazio-tempo per seguire la semifinale degli Australian Open 2022 tra Matteo Berrettini e Rafael Nadal.
Matteo vuol entrare ancor più nella storia. Il romano, con il penultimo atto raggiunto, ha già fatto qualcosa che non si era mai visto nei nostri confini. Nessun italiano infatti si era spinto a tanto e nessun rappresentante del Bel Paese ha potuto fregiarsi di tre semifinali nei tre tornei del Grande Slam.
Percorso di un Berrettini, spesso oscurato dalla verve “giovanile” di Jannik Sinner, che a conti fatti ha risultati ragguardevoli nei Major, considerando che (a parte il ritiro dell’anno passato sempre a Melbourne) il classe ’96 del Bel Paese sia stato sconfitto solo da Novak Djokovic.
E ora, a porsi davanti a Matteo ci sarà un altro dei “mostri sacri”. Un Nadal, giunto a fari spenti in questo torneo per la lontananza dai campi e la positività Covid. Pochi potevano pensare che Rafa potesse spingersi così avanti, ma la classe del maiorchino è stata tale che questo target sia stato centrato. Del resto, lo spagnolo lo si conosce piuttosto bene e se decide di competere lo fa per ambire al meglio possibile.
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Solo un precedente tra i due e anche in quel caso parliamo di Slam. Il romano e l’iberico, infatti, si sfidarono nella semifinale degli US Open 2019, il torneo che ha proiettato l’azzurro ai piani alti della classifica. La spuntò Rafa per 7-6 (6) 6-4 6-1, qualificandolo all’atto conclusivo vinto contro Daniil Medvedev in cinque set. Di acqua però ne passata sotto i ponti e si può sperare.
Per quale motivo? Il Berrettini del 2019 non è lo stesso di quello attuale. L’italiano ha maturato una consapevolezza diversa, grazie alla forza dei suoi risultati. Si è citato quanto fatto nei Major e di sicuro soprattutto la Finale a Wimbledon è stata il fiore all’occhiello.
Il nostro portacolori può quindi battere Nadal? Esprimendo il proprio 100% sì. Servirà una resa al servizio ottimale, paragonabile a quella espressa contro Pablo Carreno Busta negli ottavi a Melbourne, e inoltre si dovranno minimizzare i danni lungo la diagonale sinistra (rovescio). Nadal, sicuramente, insisterà sul quel lato del campo per poi concludere con il suo micidiale dritto, ma il romano vorrà farsi forte dei suoi colpi preferiti (servizio-dritto) per dare ulteriore dimostrazione di essere un giocatore top senza se e senza ma.
In questo discorso non si può non tener conto della condizione fisica. Entrambi hanno affrontato due match duri (contro Monfils l’italiano e contro Shapovalov lo spagnolo), terminati al quinto set. Chi avrà più benzina in corpo vincerà e anche nella gestione delle energie si giocherà la partita. Sulla carta, l’azzurro dovrebbe avere dei vantaggi perché l’anagrafe di Nadal parla chiaro (classe ’86 e 35 anni), ma guai a sottovalutare lo spagnolo.
Foto: LaPresse