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Australian Open 2022, Berrettini-Nadal di nuovo per una finale Slam. Matteo ora è un giocatore d’élite

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Matteo Berrettini è già entrato nella storia del tennis italiano raggiungendo un risultato inedito con la semifinale agli Australian Open 2022, che lo porta virtualmente al sesto posto nelle classifiche mondiali, aggiornando così il suo best ranking. Ma come si dice, l’appetito vien mangiando, ed il romano è ad una partita di margine dal riportare il tricolore in una finale Slam per la seconda volta in nemmeno sette mesi, qualcosa di inimmaginabile fino a cinque anni fa. Tra il dire e il fare però, c’è di mezzo il mare. O meglio, Rafa Nadal.

Il maiorchino è arrivato a fari spenti in Australia, circondato da dubbi sulle sue condizioni fisiche a causa del Covid che si è aggiunto allo stop che si è protratto dall’ultimo Roland Garros fino allo scorso dicembre. Ma da fenomeno quale lui è, ha messo subito in chiaro di essere ancora un cavallo su cui puntare, con la vittoria al torneo di Melbourne e il suo cammino nell’Happy Slam, riuscendo a contenere nei quarti di finale il ritorno di Denis Shapovalov. 

Rimanendo sul match con il canadese, Rafa ha rischiato davvero tanto soprattutto nella fase centrale della partita, quando il suo avversario ha iniziato a tirare a tutto braccio da sotto due set a zero; al contempo, il servizio dello spagnolo, ai limiti della perfezione nei primi due set, è calato parecchio di intensità complice anche dei problemi di stomaco da lui sofferti, sopravvivendo al quinto grazie alla sua resilienza e ad una grossa mano del talentuoso ma incostante Shapovalov, autore di tre erroracci in un solo game che hanno regalato a Nadal il break decisivo.

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Tutti segnali da cogliere per Matteo Berrettini, che per la seconda volta in carriera si ritrova davanti il maiorchino in una semifinale Slam. Ricordiamo il loro primo incontro degli US Open 2019, in cui l’azzurro ebbe anche una palla set nel tie-break della prima frazione per poi calare alla distanza, forse sfiduciato dall’essere in svantaggio dopo aver sprecato un’occasione. Ma due anni e mezzo dopo, il tennista romano è cresciuto fino a diventare uno dei migliori giocatori in circolazione, dimostrandolo anche in questo torneo.

Arrivato come Nadal non proprio a puntino per quanto riguarda la propria forma fisica, Matteo ha mostrato al mondo la sua capacità di soffrire anche nei momenti di tennis meno lucido, proprio come fanno i grandi giocatori; una caratteristica che hanno sperimentato sulla propria pelle Carlos Alcaraz al terzo turno e Gael Monfils nei quarti di finale, rientrati in partita recuperando uno svantaggio di due set ma, chi in un modo chi nell’altro, venuti meno nel momento decisivo della partita.

Non dovremmo più sorprenderci nel vedere Berrettini giocarsi questa tipologia di partite, eppure ogni volta assume un po’ i caratteri di una sorpresa. Oramai Matteo è un giocatore maturo e capace di giocarsi le proprie carte su ogni superficie, arrivato alla terza semifinale Slam della propria carriera e con la possibilità di giocare una finale per la seconda volta. Se più di due anni fa Nadal sfruttò un po’ di inesperienza ad altissimi livelli dell’azzurro, ora avrà di fronte un giocatore già forgiato e che non avrà paura di sparare servizi e dritti a ripetizione per entrare ancor di più nella storia della racchetta azzurra.

Foto: LaPresse.

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