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Australian Open 2022, Jannik Sinner, percentuale record personale di punti vinti con la prima negli Slam contro Johnson!

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Un’ora e 41 minuti: tanto è servito a Jannik Sinner per battere l’americano Steve Johnson e arrivare al terzo turno degli Australian Open 2022. Si tratta del match più veloce a livello Slam della sua giovane carriera: in precedenza, infatti, il confronto più rapido era stato quello con il francese Benjamin Bonzi al Roland Garros 2020 nell’anomalo slot di settembre-ottobre. Quella partita durò un’ora e 55 minuti e, così come questa, era di secondo turno.

Inoltre, come riporta Giorgio Spalluto, telecronista di SuperTennis, mai Jannik aveva vinto tanti punti con la prima in uno dei quattro tornei maggiori: l’82% è il suo miglior dato di sempre in questo senso, e va molto vicino al primato personale anche con il 69% di punti vinti con la seconda. In questo senso, è andato meglio soltanto nel (bel) derby del Roland Garros 2021 contro Gianluca Mager, quando in questa fattispecie è arrivato al 71%.

Australian Open 2022: Jannik Sinner liquida Steve Johnson e accede al 3° turno

Per il momento, il numero 10 del mondo è anche uno dei giocatori che meglio si stanno trovando alla battuta nel torneo. Sono solo due quelli che non hanno subito alcun break, e cioè Rafael Nadal e Gael Monfils. Al di là dello spagnolo e del francese, hanno perso il servizio una volta l’americano Reilly Opelka, il russo Andrey Rublev e il britannico Daniel Evans (che però ha una partita in meno sulle spalle, visto che al terzo turno ci è arrivato per forfait del francese Arthur Rinderknech. Sinner, con i due break subiti, è in buona compagnia: con lui ci sono Matteo Berrettini, l’altro USA Maxime Cressy, lo spagnolo Carlos Alcaraz, il tedesco Alexander Zverev, il giapponese e suo prossimo avversario Taro Daniel, l’olandese Botic van de Zandschulp.

Numeri, questi, che stanno facendo del numero 2 d’Italia uno dei grandi osservati speciali di questa edizione. Sono in diversi a proiettarlo verso una semifinale con Daniil Medvedev, anche se il diretto interessato pensa partita dopo partita, perché non c’è bisogno di pensare al russo prima di aver battuto chi, eventualmente, c’è prima di lui. A cominciare proprio da Taro Daniel, e seguendo la scia degli 11 ace odierni. Questi non sono un record in assoluto (li aveva già messi a segno in diverse occasioni e, negli ultimi US Open, si era spinto a 12 con l’australiano Max Purcell), ma offrono linfa vitale ai progressi tecnici del ventenne allievo di Riccardo Piatti, che ha mostrato cose molto pregevoli anche vicino alla rete.

Foto: LaPresse

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