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Australian Open 2022, la vittoria del veterano Nadal è la riprova della poca consistenza della “Next Gen”
Un autentico capolavoro. Rafael Nadal ha compiuto la sua impresa e battuto nella Finale degli Australian Open 2022 il russo Daniil Medvedev (n.2 del ranking) con lo score di 2-6 6-7 (5) 6-4 6-4 7-5. Una battaglia durata 5 ore e 28 minuti di gioco che ha visto l’iberico prevalere e compiere la storia dal momento che con questo successo Nadal ha realizzato anche il primato degli Slam vinti (21), scavalcando Roger Federer e Novak Djokovic.
La domanda che vien da farsi è la seguente: il trionfo di Rafa pone l’accento sui tennisti classe ’90 che si sono dimostrati non all’altezza dei “titani”, ovvero l’iberico, Federer e Djokovic? Nei fatti, sono gli Slam a certificare la grandezza di un tennista e a questa voce, con l’eccezione di Daniil Medvedev e di Dominic Thiem, i nomi sono sempre quelli del maiorchino, del serbo e dello svizzero, senza dimenticare alcune firme d’autore di Andy Murray. Da sottolineare che nei successi del russo e dell’austriaco il trio delle meraviglie non c’era o non era al completo.
Una considerazione che sorge spontanea perché se un Nadal, con problemi cronici al piede sinistro e distante mesi dal campo, sia in grado di battere il campione degli US Open 2021 in rimonta, allora in generale va fatta una riflessione sia sul piano tecnico che fisico.
Classifica vittorie Grande Slam tennis: Rafael Nadal a quota 21, superati Djokovic e Federer
Il pensiero più ovvio è che ci siano mancanze da parte di chi avrebbe dovuto buttare giù dalla torre i “mostri sacri” e tali siano evidenti, con l’eccezione di Medvedev che comunque ha mostrato qualità non comuni seppur non sufficienti per prevalere quest’oggi.
Ci si appresta a vivere quindi un periodo nel tennis dal livello qualitativo con meno picchi di eccellenza? Probabilmente il circuito maschile avrà un andamento simile a quello femminile in futuro, con la sostanziale differenza che i veterani conservano un’integrità eccezionale e fuori dal comune.
Foto: LaPresse