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Australian Open, i numeri paurosi dei Big Three a Melbourne e negli altri Slam

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Il 2022 è arrivato già da un po’, ma la vittoria dello spagnolo Rafael Nadal ha il sapore chiaro del già visto e sentito. Il maiorchino, nonostante acciacchi fisici di non trascurabile entità e lo scoccare delle lancette, ha battuto in rimonta in cinque set il n.2 del mondo Daniil Medvedev.

Un autentico capolavoro quello dell’iberico che ha messo in mostra ancora le sue eccezionali doti tecniche e morali al cospetto del miglior esponente della “Nuova Generazione”, sconfitto però dal ben più “datato” rivale. Questo risultato alimenta l’abituale discussione su come il tennis maschile stia un po’ segnando il passo perché coloro che dovrebbero prendere il testimone non sono all’altezza di chi si sta avvicinando alle 40 primavere o le ha superate nel caso di Roger Federer, ma quella è un’altra storia.

Vero è che le cifre sulle vittorie dei tre “Tenori” (Nadal, Novak Djokovic e Federer) a Melbourne parlano di come e quanto siano stati dominanti: 16 degli ultimi 17 Australian Open, con l’eccezione di quello vinto dallo svizzero Wawrinka, hanno il loro marchio. Stesso discorso per il Roland Garros (16 su 17), mentre a Wimbledon sono 16 su 18 (Andy Murray si è inserito in due occasioni).

Australian Open 2022, Rafael Nadal piega Medvedev in rimonta e conquista il record di 21 Slam

Discorso un po’ diverso negli US Open dove Del Potro, Murray , Cilic, Wawrinka, Thiem e Medvedev hanno rappresentato la discontinuità. Numeri però impressionanti che pongono l’accento sul grosso differenziale tra i mostri sacri e il resto della truppa.

Foto: LaPresse

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