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Beach volley, Simone Di Tommaso, allenatore di Nicolai/Cottafava: “Per Parigi 2024 sarà battaglia”

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E’ stato giocatore, prima, allenatore di atlete di gran spessore quali Michieletto e Costantini, poi, ed oggi è stato scelto come coach della neo coppia della Nazionale Italiana di beach volley maschile, Nicolai/Cottafava. Pescarese, 40 anni da compiere a maggio, Simone Di Tommaso sarà a capo del progetto che vedrà coinvolto il pluri-medagliato Paolo Nicolai ed il talentuoso Samuele Cottafava. Il team, quasi tutto abruzzese, si allenerà sulla sabbia del litorale adriatico di Pescara e sarà una delle tre coppie azzurre (Lupo-Ranghieri e Carambula-Rossi, ndr) che tenteranno la scalata alle prime 24 coppie del ranking mondiale per poter tentare di accedere così alle prossime Olimpiadi che si svolgeranno a Parigi nel 2024.

Hai iniziato ad impostare il lavoro con un campione come Paolo e con un esordiente di talento come Samuele. Paolo ha già detto la sua?
“Abbiamo iniziato da un mese e mezzo, Paolo non lo presento io, negli anni ha ottenuto grandi risultati, ci siamo confrontati ma sono in continuo contatto anche con Samuele per capire quali siano le sue abitudini metodologiche e capire quali saranno quelle della coppia, ma è interesse di Paolo sperimentare delle tecniche e delle metodologie differenti, nuovi stimoli. Faremo davvero un lavoro di staff ed equipe”.

Paolo è arrivato col quadernino i primi giorni con gli esercizi scritti?
“Paolo è molto concentrato sul proprio lavoro in campo e non su quanto si farà a tavolino, penserà solo al campo e a battere, murare e schiacciare”

Come mai Pescara sforna tutti questi talenti nel beach volley?
“Sono tanti anni che c’è passione e competenza sin dai tempi di Rigo-Marino che hanno fatto scuola, senza dimenticare le scuole che sono venute fuori e che hanno lavorato bene come Le 4 Vele o la Beach Projects. Il fatto di trovare una rete ovunque sviluppa passione e competenze e grazie anche alle società di pallavolo che hanno messo a disposizione le loro risorse come Cappio, Ceccoli, Di Silvestre, Alfieri e Scampoli, tutti nomi che hanno incentivato noi allenatori ad investire del tempo”. 

Parliamo di corsi di aggiornamento per allenatori di beach volley. In Italia sono poche le occasioni per sviluppare le proprie conoscenze, quindi un allenatore come sviluppa le proprie nozioni, soprattutto nel tuo caso visto che stai per affrontare un’esperienza internazionale?
“Deve usare qualsiasi mezzo utile, guardare partite, confrontarsi con altri allenatori. Io mi sono sempre confrontato con Matteo Varnier, ad esempio, ogni interazione la vivo come momento di crescita, ma ci vuole anche il campo, di fondo un allenatore deve essere un curioso”.

Abbiamo 3/4 coppie che si daranno battaglia per arrivare a Parigi, sarà così?
“Sono tutte coppie di alto livello con altrettanti staff di alto livello, ma io sono focalizzato sulla mia coppia e ogni tanto do uno sguardo a Windisch e Dal Corso che si allenano con Matteo Varnier assieme a noi e sono convinto che faranno bene. Le altre coppie non hanno bisogno di presentazione, faremo battaglia con tutte, non solo tra noi italiani”. 

Cosa pensi del nuovo sistema utilizzato dall’FIVB per il World Tour?
“Se Lupo/Nicolai avessero continuato sarebbe stato più semplice, così un po’ ci penalizza a dire il vero. Però hanno cambiato anche la classificazione dei migliori risultati in base alle ultime 4 gare e valgono le migliori 3. Indovinare un mese di tornei potrebbe favorire parecchio, inoltre giocare il Mondiale in casa sarà un’ulteriore occasione di fare punti”. 

Quali sono i processi di allenamento per i giovani, per i pro e per i giocatori di livello internazionale?
“Quello che ci vorrà per una coppia di livello internazionale sarà in grado di dirlo alla prossima intervista anche se questa coppia è formata da un ragazzo che ha finito un processo di crescita giovanile ed un atleta con un’asticella molto alta che si è sempre aggiornato sui metodi di allenamento; a me i miei atleti hanno dato tantissimo e cerco di entrare sempre in sintonia con tutti…ho sempre voluto fare l’allenatore, anche quando potevo ancora dare qualcosa alla pallavolo giocata”. 

Racconta come ci si pone con una coppia di donne. (Ride, ndr).
“Lì ho tanta esperienza, ma ho avuto fortuna perché ho iniziato con Gili/Costantini che facevano del loro modo di agire in modo maschile il loro punto di forza…discorso differente e più femminile quando ho allenato Michieletto/Lantignotti il cui approccio mentale ha richiesto più impegno ed il peccato è stato avere perso lo scudetto per soli 15 punti di differenza e a causa del torneo più importante della stagione a Bellaria dove abbiamo fatto un quinto posto che ci ha tagliato le gambe”. 

Come si fa a far coesistere indoor e outdoor e creare giovani futuribili per i prossimi cicli olimpici?
“Noi a livello giovanile andiamo bene nelle competizioni internazionali, ma dipende sempre dalle annate, così come hanno fatto Windisch e Cottafava e ora Dal Corso, ma c’è anche Viscovich, ma l’unica ricetta che conosco è lavorare duro e dare tempo ai giovani di sperimentare”. 

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