Biathlon

Biathlon, la stagione difficile di Johannes Bø. Persa la sua nemesi, il norvegese ha smarrito anche sè stesso

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“È stato il peggior weekend della mia vita. Semplicemente orribile. Non ottenevo risultati così scadenti da 10 anni. Se ho una spiegazione per ciò che sta succedendo? No, non ho nessuna idea e non so cosa fare. Posso solo sperare in un miracolo. Chiaramente sono preoccupato per i Giochi olimpici, sarebbe stupido da parte mia non esserlo. Non sono uno dei favoriti oggi, però mi conosco e so di poter vincere una medaglia d’oro”. Sono queste le parole con cui, lo scorso 9 gennaio, Johannes Bø ha riassunto il proprio weekend di Oberhof.

Il ventottenne norvegese si è successivamente preso una pausa agonistica, disertando la tappa di Ruhpolding. Il break era stato pianificato di concerto con lo staff tecnico, allo scopo di lavorare in vista di Pechino. Cionondimeno lo scandinavo ha preso la decisione di modificare il proprio programma. Anziché andare ad allenarsi in altura come tanti compagni di squadra, ha preferito tornare in Norvegia per trascorrere del tempo con la sua famiglia, allo scopo di ricaricare le energie interiori. L’esito del suo ritorno in azione, avvenuto ieri nell’individuale di Anterselva, lo conosciamo tutti.

Al di là di tutto, mancano meno di tre settimane a Pechino, dove Bø difenderà il titolo nella 20 km. Il fuoriclasse di Stryn sarà l’unico campione uscente in azione in Cina, poiché Martin Fourcade e Arnd Peiffer, gli altri vincitori delle medaglie d’oro di Pyeongchang 2018, hanno appeso sci e carabina al chiodo. La domanda è se vedremo il vero Johannes, che in questo inverno ha sovente latitato a causa di problemi molteplici. Il dato più eclatante è che nelle gare individuali il norvegese spara peggio a terra di quanto non faccia in piedi. Si tratta di una dinamica assolutamente anomala in relazione alla sua storia agonistica. Inoltre, a differenza delle abitudini, spesso e volentieri non è riuscito a fare la differenza sugli sci stretti. Addirittura il fratello maggiore Tarjei sta complessivamente facendo meglio, altra situazione assolutamente inedita.

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Cosa sta succedendo? Impossibile dirlo, se Johannes non riesce a dare una spiegazione, di certo non può farlo chi scrive. C’è però un curioso dato di fatto, ovverosia che dal momento del ritiro di Martin Fourcade, Bø ha avuto un indiscutibile calo di rendimento. Già il 2020-21 non era stato all’altezza delle aspettative, poiché lo scandinavo aveva sì vinto la Sfera di cristallo, ma ai Mondiali di Pokljuka non aveva toccato palla. Molti erano convinti avesse preso un po’ sottogamba l’annata, proprio in virtù dell’addio del francese. Non a caso, durante l’autunno 2021 i compagni di squadra sottolineavano come lo vedessero più determinato e pimpante rispetto a dodici mesi prima.

Invece, con l’arrivo dell’inverno, il fenomenale scandinavo ha sì tenuto un rendimento di alto livello, ma assolutamente ordinario rispetto a tanti avversari diretti. Costantemente nelle posizioni di vertice, ma quasi mai davanti a tutti, si è visto riassorbito dagli inseguitori. Ora come ora, l’ipotesi di vedere interrotta la sequenza di Sfere di cristallo conquistate consecutivamente è quanto mai concreta. È come se, una volta sparita la sua nemesi, Bø abbia contemporaneamente perso qualsiasi punto di riferimento e sia spaesato. Chiaramente questa è una semplificazione, ma senza Fourcade il livello del norvegese si è progressivamente abbassato.

Attenzione però, la classe non è acqua e Johannes sarà senza dubbio da corsa per il successo in ogni gara di Pechino. Chissà che l’eventuale medaglia d’oro non abbia un sapore completamente diverso, magari proprio più dolce, proprio alla luce delle difficoltà patite sinora. E poi? Davvero proseguirà fino a Milano-Cortina 2026, come aveva annunciato tempo addietro, oppure deciderà di far prendere alla sua vita una direzione differente? La risposta arriverà a breve.

Foto: La Presse

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