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Ciclocross, Mondiali 2022: le speranze dell’Italia gara per gara. Azzurri dimezzati causa Covid, sogno medaglia nelle prove femminili

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I Campionati del Mondo di Ciclocross di Fayetteville 2022 non sono iniziati nel migliore dei modi per la Nazionale Italiana. Ancor prima di partire, con l’intero gruppo ancora nei Paesi Bassi, dove si era disputata l’ultima gara di Coppa del Mondo, un membro del team è risultato positivo al Coronavirus. Come conseguenza del risultato del test, l’atleta in questione ed altri cinque membri del gruppo, riconosciuti come contatti diretti, non sono potuti partire per gli Stati Uniti.

Le assenze dell’elite Jakob Dorigoni, dell’under 23 Gaia Realini e dei junior Luca Paletti, Samuele Scappini, Tommaso Cafueri e Valentina Corvi ridefiniscono giocoforza le ambizioni del team azzurro in questa rassegna iridata. I sei italiani che hanno potuto raggiungere l’Arkansas sono quindi Silvia Persico ed Eva Lechner tra le donne elite, Davide Toneatti e Samuele Leone tra gli uomini under 23, Lucia Bramati tra le donne under 23 e Federica Venturelli tra le donne Junior, lasciando quindi completamente vuote le categorie elite e junior al maschile.

Se l’assenza del campione italiano Dorigoni non sposta di molto le speranze di medaglia, così come quelle di Cafueri e Scappini, la mancata partecipazione di Realini, Paletti e Corvi rischia di ridurre sensibilmente i piazzamenti importanti per l’Italia. Gaia Realini, per quanto non tra le grandi favorite tra le under 23, avrebbe potuto sicuramente giocare le proprie carte, come dimostrato dal sesto posto agli Europei e i tanti piazzamenti importanti anche tra le Elite. Discorso che vale ancora di più per Luca Paletti e Valentina Corvi, ormai affermati tra i migliori Junior sul panorama internazionale. Paletti è stato bronzo europeo a Col du Vam ed è reduce dal primo podio in Coppa del Mondo, mentre Corvi ha disputato una stagione eccezionale di Coppa del Mondo, chiusa con due podi, di cui uno sfiorando la vittoria a Flamanville.

Nella prova riservata alle Donne Elite le azzurre alla partenza saranno Eva Lechner e Silvia Persico. La prima è alla sua dodicesima apparizione nella manifestazione iridata, compresa quella storica del 2014 quando portò la prima medaglia mondiale per il ciclocross italiano con il secondo posto dietro a Marianne Vos. Per Persico questi sono invece i secondi Campionati del Mondo e sembra essere proprio lei la carta migliore per questa gara. La 24enne è nel miglior momento di forma della sua carriera e tenterà di concludere al meglio un gennaio straordinario in cui si è laureata campionessa nazionale, e ha trovato i migliori piazzamenti in Coppa del Mondo, con un quinto ed un settimo posto. L’assenza forzata delle neerlandesi Denise Betsema e Annemarie Worst, anche loro causa Covid, e quella calcolata di Puck Pieterse, Fem Van Empel e Shirin Van Anrooij che correranno la gara U23, apre per Persico la possibilità di fare un piazzamento anche da podio. Le atlete forti sono tante, ma sognare è lecito.

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La migliore carta nel mazzo della Nazionale italiana è però Federica Venturelli, atleta junior che ha chiuso la stagione di Coppa del Mondo al quarto posto, precedendo proprio la sopracitata Corvi. Un podio per lei e mai un piazzamento fuori dalle prime 8 la pongono tra le candidate d’obbligo a un risultato da medaglia. La britannica Zoe Backstedt e la neerlandese Leonie Bentveld sembrano leggermente superiori, ma il terzo gradino del podio può essere alla portata. Non sarà facile battere la concorrenza delle ceche Eliska Hanakova e Katerina Hradicova e dell’altra orange Lauren Molengraaf, ma Venturelli ha già dimostrato di poter dire la propria. Più difficile fare risultato nelle gare U23, dove Lucia Bramati, Samuele Leone e Davide Toneatti sembrano un gradino indietro ai migliori al mondo.

Rimane da capire se l’Italia potrà prendere parte alla nuovissima Team Relay, dato che per regolamento uno dei sei partecipanti deve provenire dalla categoria Uomini Elite. Gli azzurri partivano tra le squadre più quotate per uno dei primi tre posti, in una gara comunque ancora sperimentale e che non avrebbe assegnato titoli ufficiali.

Foto: Federciclismo

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