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Dakar 2022, Danilo Petrucci riporta speranza all’Italia dopo anni di anonimato. Zero segnali dalle auto

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Danilo Petrucci ha scritto la storia al termine della Dakar 2022 ed ha riportato speranza al Bel Paese dopo anni di buio. Il nativo di Terni ha vinto la quinta speciale dell’evento raid più famoso ed estenuante al mondo, una missione affatto scontata.

L’umbro è diventato il primo pilota ad aver avuto una carriera nel Motomondiale ad imporsi con le due ruote alla Dakar. Da rookie non sono mancate le difficoltà per il centauro di KTM che ha dovuto prepararsi diversamente dai teammate visti gli impegni nella MotoGP. L’ex alfiere di Ducati si è preso un’importantissima rivincita, lottando sin da subito tra i veterani di questa speciale disciplina che per ovvi motivi non ha nulla di paragonabile alla pista. L’acuto del giorno dell’Epifania ha emozionato tutti, un trionfo che oramai avevamo scordato. Dobbiamo infatti tornare a quasi vent’anni fa per ritrovare i trionfi del Bel Paese, una memoria oramai troppo lontana. 

Nelle moto, per la classifica assoluta, potremmo quindi avere una speranza per i prossimi anni, la sfortuna ha girato le spalle a Petrucci sin dalle prime battute. Ricorderete infatti le problematiche legate al Covid-19 ed il cedimento alla propria KTM nel cuore della seconda speciale. Per le due ruote menzione d’onore anche per Giovanni Gritti (RS Moto Racing), Cesare Zacchetti (Zacchetti) e Franco Picco (Picco), i migliori tra gli azzurri al traguardo.

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Non consideriamo i quad (non vi sono nostri connazionali), ma è doveroso evidenziare quanto accaduto tra le auto ed i camion. Nella prima categoria ha trionfato in qatariota Nasser Al-Attiyah (Toyota), nella seconda c’è stato il ‘consueto’ dominio russo con Kamaz-Master.

Manca qualcosa al movimento italiano per quanto riguarda le gare raid, ma il discorso non inizia dall’Arabia Saudita. Pariamo infatti dal ‘rally tradizionale’ in cui non c’è da anni un italiano nella classe regina con un top team, una tendenza che è destinata a continuare.

Il settore pista è troppo forte, le monoposto o le moltissime realtà a ruote coperte attirano i giovani ragazzi che di fatto non prendono quasi mai in considerazione una carriera di primo profilo sullo sterrato o nelle vaste zone di un evento come la Dakar. Sotto questo aspetto fanno scuola i francesi, maestri e dominatori negli ultimi anni di questa speciale disciplina che puntualmente ci affascina ad inizio anno.

Petrucci sarà  quindi la nostra arma per il futuro? Difficile rispondere in merito ad un esempio isolato che al termine di due settimane è riuscito a farci emozionare. La tendenza potrebbe cambiare, il nostro connazionale è atteso a conferme a partire dal prossimo gennaio quando inizierà una nuova maratona nel deserto.

Foto: Photo LiveMedia/Florent Gooden

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