Sci Alpino

Giuliano Razzoli: “Sognavo il podio da sei anni, non sono più un giovanotto. Le Olimpiadi sono l’obiettivo”

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Giuliano Razzoli ha conquistato uno spettacolare terzo posto nello slalom di Wengen, prova valida per la Coppa del Mondo 2021-2022 di sci alpino. Il Campione Olimpico di Vancouver 2010 si è inventato una strepitosa prestazione sulla pista svizzera: sceso col pettorale numero 19, ha concluso la prima manche in nona posizione e nella seconda ha imbastito una rimonta strepitosa che gli ha permesso di agguantare il piazzamento sul podio. Un risultato davvero di lusso per l’emiliano, che non riusciva a conquistare una top-3 in Coppa del Mondo da ben sei anni (l’ultima volta fu secondo proprio a Wengen).

Giuliano Razzoli ha di fatto strappato la convocazione per le Olimpiadi Invernali di Pechino 2022 e ai microfoni della Rai ha trattenuto a stento le lacrime di commozione per questa risultato giunto dopo tanti momenti complicati: “Mi sarebbe dispiaciuto arrivare quarto, temevo quella posizione. Sono stati sei anni duri: l’ultimo podio l’ho fatto qui sei anni fa, poi ho faticato per tre anni dopo l’infortunio. Ci speravo, è stata una soddisfazione grande: non sono più un giovanotto, il podio è podio, lo sognavo da sei anni“.

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Il ribattezzato Razzo ha poi proseguito: “Seconda manche molto bella: ho lasciato qualcosina di troppo in partenza, c’era un po’ troppo segno, non mi sono fidato, poi ho sciato bene, qualche sbavatura a metà ma l’hanno fatta tutti. La squadra mi ha visto tribolare in questi anni, è un regalo per loro e per lo sci, per me e per chi mi ha tifato, per chi mi ha sostenuto: non c’è bisogno di dire nomi, loro lo sanno“.

Il mirino è chiaramente puntato sui Giochi: “Le Olimpiadi sono l’obiettivo, ma godiamoci il podio perché sei anni sono tanti. Sono molto emozionato e sono veramente felice di avere raggiunto questo traguardo per me, per chi mi sta vicino, per lo sci. Fuoriclasse autentico anche nelle dichiarazioni, rilasciate con grande serietà e lucidità, miste a una giustificata gioia e a una comprensibile commozione.

Foto: Lapresse

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