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Golf: Andrea Pavan parte nel gruppo dei terzi al Dubai Desert Classic, comanda Hansen su Harding
Si è da pochissimi minuti concluso il primo giro al Dubai Desert Classic 2022, torneo che fa parte del nuovo DP World Tour e che quest’anno vive sotto la sponsorizzazione della Slync.io. Leader di giornata è il danese Joachim Brandt Hansen, più celebre come Joachim B. Hansen per rappresentazione grafica del nome. Diciotto buche bogey free, le sue, con sette birdie che gli conferiscono uno score di 65 colpi in una bella giornata negli Emirati Arabi.
A seguirlo, con un colpo di distanza, il sudafricano Justin Harding (fermato dopo aver chiuso la 17, ma questa sospensione del giro cambia ben poco), mentre nel gruppo dei terzi arriva una nuova soddisfazione per l’Italia. Ed è anche una conferma felice, perché Andrea Pavan, dopo l’ottimo torneo disputato ad Abu Dhabi la settimana scorsa, parte davvero bene anche qui. Il suo -5, infatti, è frutto di sei birdie e un unico bogey, alla 14 (la sua 5, in virtù delle doppie partenze), frutto più che altro di un tee shot andato troppo a sinistra. Diversi gli ottimi putt per lui, che si trova insieme a diversi nomi illustri: gli spagnoli Sergio Garcia e Pablo Larrazabal, all’inglese Tommy Fleetwood, al thailandese Thongchai Jaidee e al paraguaiano Fabrizio Zanotti.
Il numero 2 del mondo, Collin Morikawa, è subito dietro con lo score di -4, ma avrebbe potuto trovarsi molto più in alto. Dopo aver realizzato quattro birdie consecutivi tra la 15 e la 18, infatti, cala nel finale con tre bogey alla 6, 8 e 9, finendo nello stesso gruppo del norvegese Viktor Hovland (notevole il suo eagle alla 10), che nell’OWGR è attualmente numero 5. Con loro il thailandese Kiradech Aphibarnrat, il finlandese Kalle Samooja, lo spagnolo Sebastian Garcia Rodriguez e il sudafricano Brandon Stone.
27° posto per Edoardo Molinari e Nino Bertasio, entrambi a -2 su questo par 72 interno all’Emirates Golf Club, nel quale l’uno fa una sorta di continuo saliscendi tra birdie e bogey e l’altro è invece più regolare. Meno bene gli altri tricolori: per Guido Migliozzi 101° posto con +3 e per Francesco Laporta 127° con +7.
Infine, due note particolari: il gruppo dei quarantaseiesimi comprende anche Rory McIlroy (-1 per il nordirlandese, per l’irlandese Shane Lowry e per l’austriaco Bernd Wiesberger), mentre in fondo alla classifica compare un nome storico del golf. Si tratta di Colin Montgomerie: lo scozzese chiude nel terzetto al 130° e ultimo posto a +8, ma non è certo questo che aggiunge o toglie qualcosa alla carriera di uno dei più caratteristici personaggi a tutto tondo dell’era recente del golf.
Foto: Federazione Italiana Golf