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Golf: Cameron Smith tenta la fuga al Sentry Tournament of Champions 2022. Jon Rahm e Daniel Berger lo inseguono
Si è portato a metà del proprio svolgimento uno dei tornei più esclusivi al mondo valevole per il PGA Tour, il Sentry Tournament of Champions. E a guidare l’edizione 2022, almeno per il momento, c’è un ottimo Cameron Smith. Il quale, dopo due bogey nelle prime due buche, piazza un eagle alla 4 e poi non si ferma più, con nove birdie che gli fanno superare il 65 del primo giorno grazie al 64 del secondo: score complessivo di -17 e fuga assicurata per l’australiano, che in carriera ha vinto due volte a New Orleans, due l’Australasian PGA Championship e una volta l’Hawaii Open. Come a dire che lui, in alcuni luoghi, ci si trova benissimo, e le Hawaii sembrano proprio piacergli.
Sul par 73 di Kapalua c’è un duo al secondo posto, ed è formato dal numero 1 del mondo, lo spagnolo Jon Rahm, e dall’americano Daniel Berger, tutti e due a -14 per mezzo del secondo -7 di torneo. In particolare, la situazione in essere consentirà con ogni probabilità a Rahm di tenersi la leadership dell’OWGR. Questo perché a Collin Morikawa servirebbero, in sintesi, piazzamenti dal primo al terzo con l’iberico piuttosto indietro. In realtà, è l’americano due volte vincitore Major a trovarsi in posizione arretrata, 22° a -8 insieme, tra gli altri, a Patrick Reed e al norvegese Viktor Hovland.
Quarto è Patrick Cantlay, uno mai da sottovalutare nelle seconde metà di tornei, con lo score totale di -13, davanti al giapponese Hideki Matsuyama, quinto a -12 in compagnia del sudcoreano Sungjae Im. Settima posizione per Kevin Na a -11: a stelle e strisce è anche l’ottavo posto di Sam Burns, Xander Schauffele, Stewart Cink e Brooks Kopepka, che si collocano a -10 insieme all’irlandese Seamus Power, all’altro sudcoreano Si Woo Kim e all’ulteriore australiano Marc Leishman. Da rimarcare che Jones, come Smith, abbia realizzato un -9 di giornata.
Sullo sfondo del torneo restano altre questioni legate al golf, anche se non completamente riguardanti i campi. Questa la situazione, in termini molto brevi: il Saudi International (3-6 febbraio), che fa parte dell’Asian Tour, grazie al ricco montepremi ha richiamato una larga fetta di migliori. Siccome vuole essere una fonte di richiamo per quella che, nelle intenzioni, è una nuova Superlega del golf, si pensava che la PGA of America avrebbe adottato decisioni pesanti. Niente di tutto ciò: vi sarà l’obbligo di giocare l’edizione 2023 dell’AT&T Pebble Beach, contemporaneo in calendario, qualora vi si sia già partecipato. Per chi, invece, non ha mai disputato quel torneo, c’è l’obbligo di giocarlo tra il 2023 e il 2025.
Foto: LaPresse