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Tennis
Novak Djokovic, emesse le motivazioni della sentenza. Sottolineato il pericolo emulazione e la poca cautela nell’intervista con L’Equipe
Sono state rese note le ragioni conclusive della sentenza riguardante l’espulsione dall’Australia di Novak Djokovic, argomento che ha monopolizzato l’intero avvicinamento agli Australian Open e per il quale stanno emergendo diversi dettagli. Tra questi, un coinvolgimento di Tennis Australia, negato da Craig Tiley, in termini di moneta spesa per coprire le spese della causa in cui è rimasto coinvolto il numero 1 del ranking ATP.
Le motivazioni, che sono liberamente consultabili nella loro interezza sul sito della Federal Court of Australia, parlano, molto in breve, di come “una star dello sport può avere influenza su persone di ogni età, portandole all’emulazione“. Inoltre, si è precisato come, e questo già era noto dall’inizio, “la Corte non analizza il merito della decisione, ma se rientra o no nei limiti posti dalla legge“.
Viene inoltre spiegato nelle carte il fatto che Djokovic, a gennaio 2022, non abbia ancora effettuato alcuna vaccinazione anti-Covid-19: che avesse una ragione per non farlo una volta risultato positivo il 16 dicembre non aveva correlazione con la sua posizione nei mesi precedenti.
Altro passaggio rilevante: “La sua posizione avrebbe potuto aumentare il sentimento anti-vaccini, influenzando anche gli indecisi. Inoltre, aver confermato l’intervista con L’Equipe del 18 dicembre e aver svolto il servizio fotografico senza protezioni nonostante la positività dimostra poca considerazione delle misure di sicurezza, il che potrebbe incoraggiare un’infrazione alle regole in Australia“.
Tre le basi della difesa di Djokovic: potenziale travisamento di un’intervista alla BBC sulla posizione in tema di vaccini del serbo, l’accusa relativa al rischio costituito dall’accusato per l’ordine e la salute pubblica, l’irragionevole revoca del visto. Com’è noto, tale linea non è passata, perché la Corte Federale, con i tre giudici chiamati a decidere, ha confermato la decisione del Ministro dell’Immigrazione Alex Hawke di cancellare per la seconda volta il visto al nove volte vincitore degli Australian Open, iniziati così senza il detentore.
Foto: LaPresse