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Novak Djokovic, resta l’eco. Le parole di Scott Morrison, il tenebroso comunicato Lacoste, i tennisti serbi che giurano vendetta sportiva

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Continua a non spegnersi l’onda legata all’espulsione di Novak Djokovic dall’Australia, fatto che gli ha impedito di disputare gli Australian Open 2022 cominciati nella notte e i cui match sono in via di conclusione per quel che riguarda la prima giornata. Al suo posto, com’è noto, è entrato Salvatore Caruso, subito eliminato da un altro serbo, Miomir Kecmanovic.

E proprio lui si unisce a un già lungo coro di sostegno che è arrivato da parte dei connazionali del numero 1 del mondo. In conferenza stampa ha dichiarato: “Ci siamo detti di tentare di dare tutto quel che abbiamo. Tentare di vendicarlo in qualunque modo, e farlo sentire orgoglioso. So che è il nostro miglior rappresentante, per questo è un gran peccato che non possa partecipare e rappresentare la Serbia, ma andremo a dare tutto e, con un po’ di fortuna, compenseremo in qualche maniera”. Ma stoppa subito le possibilità, addirittura, di creare un boicottaggio stile Wimbledon 1973: “Siamo troppo divisi. E molti dipendono dai soldi dei tornei“.

Così invece Dusan Lajovic dopo aver battuto l’ungherese Marton Fucsovics: “So che alcuni dei ragazzi lo hanno supportato. Molti dei top non l’hanno fatto, ma forse perché dal loro punto di vista sanno che Novak è uno dei favoriti al titolo, quindi per loro è un avversario in meno. Penso che come l’abbiano trattato sia stato molto sbagliato, come lo è stata la decisione stessa e la ragione per cui l’hanno presa. Basata su un’idea… non è la maniera giusta”.

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Circa un altro aspetto della situazione, è tornato a parlare anche il premier australiano, Scott Morrison, che ha prospettato una possibilità legata alla riduzione dei tre anni di impedimento all’ingresso di Djokovic in Australia: “Il divieto, è vero, dura tre anni, ma c’è l’opportunità di tornare nelle giuste circostanze e questo potrebbe essere considerato al tempo“. Il riferimento è a una serie di situazioni previste dalla legge aussie che consente la riduzione di tale divieto, accorciandolo.

Frattanto, la Lacoste, che veste Djokovic in campo, ha rilasciato un comunicato che apre parecchie questioni nebulose: “Le autorità australiane hanno cancellato il visto di Novak Djokovic. Come risultato, non gli è stato possibile partecipare agli Australian Open. Saremo in contatto con lui il prima possibile per parlare degli eventi che hanno portato alla sua presenza in Australia. Auguriamo a tutti un torneo eccellente e ringraziamo gli organizzatori per tutti i loro sforzi per assicurare che il torneo sia giocato in buone condizioni per giocatori, staff e spettatori“.

Foto: LaPresse

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