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Olimpiadi Invernali Pechino 2022, Christophe Dubi: “I positivi al Covid tra gli atleti sono preoccupanti”

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Gioie e dolori. A un mese dalle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022 ci si proietta in vista di quel che sarà e la situazione non è semplice: da un lato c’è la voglia di competere in una rassegna a Cinque Cerchi; dall’altro c’è la preoccupazione sulle conseguenze che vi potrebbero essere a causa della pandemia.

Da questo punto di vista il CIO ha analizzato la situazione attraverso le dichiarazioni del direttore esecutivo Christophe Dubi: “Siamo fiduciosi sulla gestione da parte dei funzionari cinesi, ma i tanti casi positivi tra gli atleti sono la preoccupazione principale“, ha sottolineato Dubi.

Il livello di allerta è sempre molto alto, considerando che la variante Omicron sta portando all’aumento dei contagi su larga scala. Da questi punto di vista, Francia e Stati Uniti sono tra i Paesi che registrano numeri molto importanti. Per questo, l’attuale contesto ha portato tanti tra gli addetti ai lavori a riflettere su quanto accadrà a Pechino.

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Ovviamente non ci piace perdere qualche settimana prima dell’evento, atleti che a causa del Covid devono rinunciare e mandare in fumo anni di sacrifici. E’ soprattutto per loro che organizziamo i Giochi“, ha sottolineato Dubi. Tuttavia, da parte del direttore esecutivo del CIO, c’è la convinzione che le autorità locali abbiano preso tutte le contromisure del caso: “Hanno allestito una bolla sanitaria estremamente sofisticata che tiene tutti i partecipanti al suo interno. Gli atleti non avranno praticamente alcun contatto con il mondo esterno ed eseguiranno un test PCR ogni giorno“.

Vi sarà un sistema di controllo estremamente severo e coloro che non sono completamente vaccinati saranno messi in quarantena 21 giorni, mentre gli spettatori stranieri non ci saranno. “La Cina ha scelto di non convivere con il Covid-19, ma di debellarlo“, ha affermato Dubi.

La cerimonia di apertura olimpica si svolgerà il 4 febbraio e ci si renderà conto in corso d’opera di quanto affermato.

Foto: LaPresse

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