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Sci Alpino

Sci alpino, la ristretta cerchia di italiani che hanno bissato l’oro alle Olimpiadi

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Questa settimana comincerà la XXIV edizione dei Giochi olimpici riservati agli sport della neve e del ghiaccio. Pechino passerà alla storia come la prima località a ospitare la manifestazione a Cinque cerchi sia in ambito estivo (2008) che invernale (2022). Ovviamente non tutte le discipline potranno tenersi in città, con molte gare stanziate nelle montagne a nord-ovest della capitale cinese, tra il cluster di Zhangjiakou e quello di Yanqing. Proprio in quest’ultimo luogo si terranno le competizioni di sci alpino, sport dove l’Italia ripone forse le maggiori speranze di medaglia d’oro.

Ebbene, una delle principali carte per far risuonare l’Inno di Mameli è quella Sofia Goggia che martedì 15 febbraio proverà a difendere il titolo della discesa conquistato a Pyeongchang 2018. L’impresa sarebbe di per sé storica, in quanto la sola Katja Seizinger è stata capace di confermarsi in vetta alla gara più veloce in assoluto. La tedesca, a oggi unica vincitrice back-to-back in “libera”, si è affermata a Lillehammer 1994 e Nagano 1998. Peraltro, se la ventinovenne bergamasca dovesse imporsi, entrerebbe nella ristrettissima cerchia di sciatori azzurri capaci di bissare l’oro olimpico.

Anzi, per la verità il nome di Goggia si affiancherebbe a quello delle due principali leggende della disciplina, ovverosia l’uomo e la donna che maggiormente hanno fatto sognare gli italiani, godendo di una copertura mediatica sconosciuta a chiunque in passato. Parliamo, ovviamente, degli atleti più iconografici di sempre. Alberto Tomba e Deborah Compagnoni. L’emiliano e la lombarda sono infatti gli unici sciatori del Bel Paese ad aver vinto più di un oro olimpico.

Anzi, per la verità Tomba è il solo a essersene messi al collo due nella medesima edizione. Accadde a Calgary, trentaquattro anni fa, con tanto di episodio epico nella storia della televisione italiana. Sabato 27 febbraio 1988, Raiuno interruppe la propria serata più sacra, quella della finale del Festival di Sanremo, per mostrare la manche decisiva dello slalom, al termine della quale “La Bomba” si impose in rimonta, bissando il successo ottenuto due giorni prima in gigante. Proprio in questa disciplina, l’oggi cinquantacinquenne bolognese seppe ripetersi ad Albertville. In questo modo, l’Albertone nazionale è a oggi l’unico azzurro ad aver concesso il bis sia nella stessa edizione (1988), sia in due edizioni diverse (1988-1992).

Compagnoni detiene, invece, un altro primato. La valtellinese è l’unica sportiva italiana a essersi fregiata di una medaglia d’oro in tre diversi Giochi olimpici invernali. D’accordo, la lombarda ha avuto la fortuna di poterne disputare tre nell’arco di soli sei anni, ma il traguardo resta ineguagliato e, comunque vada, lo sarà ancora a lungo. L’oggi cinquantunenne di Santa Caterina Valfurva ha saputo trionfare in SuperG ad Albertville 1992, primeggiando poi in gigante sia a Lillehammer 1994 che a Nagano 1998.

Come Tomba e Compagnoni, Goggia gode di un’esposizione mediatica notevole e si è costruita a suon di risultati l’immagine di serial winner. Iscriversi alla medesima categoria dei due fuoriclasse degli anni ’80 e ’90 le consentirebbe di raggiungere definitivamente l’empireo non solo dello sci alpino, ma anche degli sport italiani tout-court.

Va però sottolineato come, sulla carta, anche un altro sciatore azzurro potrebbe conquistare un secondo oro nell’ambito della manifestazione a Cinque cerchi. Parliamo di Giuliano Razzoli, campione olimpico di slalom a Vancouver 2010. Il trentasettenne emiliano è inaspettatamente tornato in auge proprio in questo 2022, invertendo improvvisamente quella che sembrava un’inesorabile parabola discendente. Ora come ora, i rapid gates sono terra di nessuno, in cui può succedere davvero di tutto. È chiaro, le possibilità di imporsi a Yanqing il prossimo 16 febbraio sono risicate, ma al tempo stesso non sono nulle.

Certo è che se Razzoli dovesse davvero trionfare, ci troveremmo di fronte a una delle resurrezioni più inattese e improbabili nella storia dello sport. Peraltro, non va dimenticato come “Il Razzo” non sia un serial winner, avendo raccolto 2 vittorie in Coppa del Mondo nell’arco di tutta la sua carriera. Cionondimeno, con un doppio oro olimpico, si iscriverebbe a un club in cui non sono riusciti a entrare neppure Gustav Thöni e Piero Gros. Sarebbe clamoroso, ma lo sport è magnifico anche perché può generare possibilità folli, proprio come questa.

Foto: Olycom

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