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Sofia Goggia, a rischio il ruolo di portabandiera a Pechino 2022? Tempi ristretti, le possibili alternative

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Le conseguenze dell’infortunio occorso ieri a Sofia Goggia a Cortina d’Ampezzo, che le sta mettendo addosso una dose di fretta extra motivata dall’imminenza delle Olimpiadi Invernali, portano parecchie questioni rispetto a ciò che sarà il prossimo futuro. Per la stella dello sci alpino azzurro la prospettiva è quella di attuare un recupero record al fine di poter andare a Pechino, ma con le implicazioni dettate dalla questione di problema se ne presenta un altro.

Come fa notare, con ragione, Massimiliano Ambesi, esiste infatti la questione della portabandiera nella cerimonia di apertura. Un ruolo, questo, che era stato assegnato proprio alla ventinovenne bergamasca, ma che ora appare quantomeno traballante perché un tentativo di recupero lampo passerebbe forzatamente da una permanenza prolungata in Italia con viaggio in Cina direttamente per le gare olimpiche (e, segnatamente, per la discesa del 15 febbraio, ben lontana dalla cerimonia del 4).

Infortunio Sofia Goggia, come sta l’azzurra? Lesione parziale del legamento, ma alle Olimpiadi ci sarà!

L’infortunio di Goggia, va ricordato, è un trauma distorsivo al ginocchio sinistro, con una lesione parziale del legamento crociato, piccola frattura del perone e sofferenza muscolo tendinea. Quel legamento, peraltro, era già stato operato nel 2013, all’inizio della carriera di colei che ha vinto l’oro nella discesa di PyeongChang nel 2018. Normalmente, come fa ancora notare Ambesi, ci si opera per questo, ma le contingenze indurranno senz’altro a tentare di optare per una differente soluzione.

Un aspetto importante è legato al fatto che, al di là della singola gara del 15, nei tre giorni precedenti ci sono le prove: per questo rimane da capire ogni tempistica legata a Goggia. Inevitabilmente, se dovesse essere decisa la sua permanenza in Italia oltre il 4 febbraio, non la si potrebbe vedere come portabandiera, come detto. A quel punto il nome da mettere in campo potrebbe essere quello di Michela Moioli. E non è casuale: anche lei già campionessa a PyeongChang, al momento è destinata ad avere lo stesso ruolo della bergamasca nella cerimonia di chiusura.

Foto: LaPresse

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