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Speed skating, Davide Ghiotto: “Approccio equilibrato per Pechino 2022, lavoriamo per giocarcela…con filosofia”

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Prenderla con filosofia. Si è in fase di preparazione in vista di quel che sarà: il conto alla rovescia per le Olimpiadi Invernali di Pechino procede velocemente e dal 4 al 20 febbraio si farà davvero sul serio.

La Nazionale italiana di speed skating a Collalbo sta definendo tutti i dettagli prima della partenza per la Cina. La stagione è stata di pregevole fattura e i setti podi in Coppa del Mondo lo stanno a dimostrare. Tra i grandi interpreti della selezione del Bel Paese c’è Davide Ghiotto.

Il 28enne veneto, nella doppietta Salt Lake City-Calgary, ha messo insieme un terzo posto nell’appuntamento dello Utah e un secondo posto nei 5000 metri sul ghiaccio canadese. Un Ghiotto sempre più consapevole dei propri mezzi che vuol essere protagonista ai Giochi, senza però farsi delle illusioni relativamente a traguardi troppo ambiziosi da raggiungere. La parola d’ordine è equilibrio.

Speed skating, secondo podio in Coppa del Mondo per Davide Ghiotto!

E così l’atleta delle Fiamme Gialle ha descritto in un’intervista concessa a OA Sport le sue sensazioni in vista delle Olimpiadi Invernali, oltre ad approfondire alcuni aspetti personali importanti per comprendere il personaggio.

Davide, domanda banale: come stai?

Sto abbastanza bene, stiamo rifinendo la preparazione a Collalbo. Gli Europei sono stata una tappa che ci porterà alle Olimpiadi Invernali, principale obiettivo per tutti, e le sensazioni sono buone“.

Un feeling che hai fortificato con i risultati in Coppa del Mondo. Che valore possiamo dare a quei riscontri?

Indubbiamente i podi a Salt Lake City e a Calgary hanno accresciuto la mia consapevolezza e so cosa posso fare. Tuttavia, so anche che non tutti i più forti erano in forma all’inizio di questa stagione, mentre noi del gruppo Italia abbiamo dovuto spingere da subito“.

Le Olimpiadi quindi saranno un mondo a parte?

Direi proprio di sì. La relazione dei Giochi con quello che ha preceduto non c’é perché il target di tutti è quello. Per cui mi aspetto un livello molto alto lì, ma io voglio essere pronto e giocarmela. Non mi va di fare annunci troppo ambiziosi, come neanche fare la parte di quello che vuol volare troppo basso perché se la sta facendo un po’ sotto. Il mio approccio è equilibrato“.

Serviranno equilibrio e sangue freddo per affrontare gli olandesi e lo svedese Nils van der Poel, primatista del mondo dei 5000 e dei 10000 metri?

Serviranno moltissimo perché sono certo che lo svedese, gli olandesi, ma anche altri metteranno sul ghiaccio grosse prestazioni. Noi siamo in una fase di carico importante proprio per arrivare pronti lì in Cina e affrontare questi campioni“.

Gare con avversari forti , ma ti preoccupa un po’ la questione Covid e il contesto condizionato dalla pandemia?

Sarà una cosa da affrontare, ma diciamo che c’è anche l’abitudine a vivere la competizione così. Non è assolutamente semplice da digerire perché si sente maggiormente la distanza dai propri cari e trovare la giusta concentrazione a volte è complicato. Purtroppo la situazione è questa e possiamo farci poco. So che a Pechino ci saranno delle regole molto limitanti e quindi bisognerà conviverci“.

Condivisione che tu hai avuto anche con gli studi in Filosofia e l’attuale specializzazione. Come fa un atleta di alto livello a conciliare i due aspetti?

E’ una bella sfida perché il tempo è spesso il tuo nemico. Serve tutto: volontà e organizzazione. Il ritmo di studio risulta un po’ rallentato rispetto a chi può dedicarsi essenzialmente a quello, ma io credo che sia importante per un atleta pensare anche a quello che c’è dopo. La vita sportiva non è lunga e quindi dare libero sfogo alle proprie passioni oltre alla disciplina agonistica è importante“.

Possiamo dire che saranno delle Olimpiadi da prendere con “Filosofia”?

Assolutamente sì“.

Foto: LaPresse

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