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Tennis, la linea difensiva di Novak Djokovic: cancellazione del visto condizionata da errori giurisdizionali
Il giorno del giudizio. Il mondo del tennis e non solo è in attesa di decisione sul caso di Novak Djokovic. Il tennista serbo cercherà di ribaltare quanto stabilito dalle autorità australiane relativamente alla sue espulsione dal Paese per una documentazione insufficiente legata all’esenzione medica dal vaccino anti-Covid.
L’appuntamento è fissato per le 00.00 italiane, nella notte tra domenica 9 e lunedì 10 gennaio. La linea difensiva dei legali di Djokovic è chiara: il serbo ha contratto il Coronavirus circa un mese fa (16 dicembre), senza avvertire sintomi, e ricevuto prima di partire l’autorizzazione scritta per entrare in Australia senza un periodo di quarantena. 35 pagine presentate al giudice Anthony Kelly del Federal Circuit Court in cui il campione nativo di Belgrado ha dichiarato di aver ricevuto una conferma scritta da parte Department of Home Affairs che gli riconosceva di corrispondere ai requisiti per entrare in Australia senza obbligo di quarantena.
Pertanto, si parla di un’esenzione in accordo con le regole e le linee guida del Governo australiano. Tuttavia, come si sa, la polizia di frontiera non ha ritenuto sufficiente la documentazione presentata per l’esenzione, con annesso cancellazione del visto. Il serbo ha presentato ricorso contro la revoca e ottenuto il rinvio del rimpatrio inizialmente previsto per giovedì.
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In buona sostanza gli avvocati di Djokovic contestano la decisione sulla base di una serie di errori giurisdizionali su come il delegato avrebbe interpretato le norme in vigore, ivi compreso il Biosecurity Act del 2015, e le linee guida dellAustralian Technical Advisory Group on Immunisation (“ATAGI”). Norme sulla base delle quali i due panel di medici indipendenti gli avevano concesso l’arcinota esenzione medica.
Tuttavia ci sono alcuni aspetti da chiarire:
1 – Il Ministro dell’Interno australiano Karen Andrews ha dichiarato che: “Una persona non vaccinata deve dimostrare che non ha potuto vaccinarsi per un problema di salute per poter entrare in Australia senza la quarantena“. Secondo le linee guida ATAGI, un passato status positivo non è una contro-indicazione alla vaccinazione e dunque non è una ragione valida per chiedere l’esenzione, ma un’infezione negli ultimi sei mesi sì. E quindi è necessario dimostrare che ci si è vaccinati in passato?
2 – Il 16 dicembre è la data in cui il tampone è stato effettuato oppure in cui il risultato è stato certificato? I famosi eventi in cui Nole è stato immortalato sono rappresentativi di una piena consapevolezza di essere positivo o meno?
3 – Il 10 dicembre, data ultima per richiedere le esenzioni, è vincolante o meno?
Non resta che attendere ulteriori valutazioni.
Foto: LaPresse