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Tennis, Laura Golarsa: “Jannik Sinner ha un vantaggio mentale su Alcaraz. Chi critica Berrettini non sa che…”

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Niente è frutto del caso. Il 2022 è appena arrivato e il tennis ha iniziato a bussare in maniera insistente alle porte degli appassionati. Gli Australian Open (17-30 gennaio) saranno il primo evento da circoletto rosso nel percorso agonistico e i giocatori vorranno arrivare pronti.

In casa Italia le ambizioni non mancano. Il 2021 è stato un anno dalle grandi soddisfazioni in cui i tornei vinti dai tennisti del Bel Paese sono stati sette e Matteo Berrettini e Jannik Sinner si sono confermati e sono parte dell’elite, forti dei loro risultati e della crescita del proprio gioco.

Un movimento tennistico al maschile che vuol creare delle basi solide in casa Italia, per andare oltre il momento favorevole e avere a disposizione sempre qualcuno alle spalle. Ad analizzare questo aspetto e anche altri in esclusiva per OA Sport è stata Laura Golarsa, ex giocatrice di grande livello, impegnata nella sua Golarsa Academy in maniera importante e voce tecnica gradita su Sky Sport.

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Laura, l’Italia sta attraversando un momento d’oro che non si viveva da 40 anni nel settore maschile. Che idea ti sei fatta di questa crescita esponenziale?

Nessuno ha la bacchetta magica, quello che si sta ottenendo è frutto di un sistema. Contrariamente a quanto si è detto in passato, io credo che di giocatori validi ne abbiamo sempre avuti. Mi viene in mente il caso di Simone Bolelli e di quando da singolarista prometteva decisamente. C’è sempre mancata però l’organizzazione in grado di dare tranquillità al giocatore e al suo tecnico. Il tennis è uno sport dispendioso sotto ogni profilo e il vero step in avanti lo si è fatto andando a rafforzare il legame tra chi gestisce e chi gioca“.

Ci riferiamo quindi a un link diretto tra Federtennis, circoli privati, tecnici e giocatori?

Il ragionamento è questo. Si è creato un sistema nel quale c’è lo spirito di emulazione e quindi tanti spingono alle spalle dei migliori. Abbiamo le nostre eccellenze, che tutti conosciamo, ma dietro di loro ci sono altri che vogliono farsi valere, rassicurati dal fatto di non dover ottenere risultati a ogni costo e di poter crescere con una certa gradualità senza eccessive pressioni“.

Il fatto di avere tennisti come Berrettini e Sinner è quindi un aiuto per gli altri?

Non lo definirei aiuto, ma è un modello da seguire e nello stesso tempo mette nelle condizioni di lavorare al meglio. Chi è alle spalle di Matteo e di Jannik non è condannato alla vittoria e può quindi sfruttare a proprio vantaggio il fatto che in questo momento storico le luci della ribalta spettino a chi è davanti in classifica“.

Un circolo virtuoso che quindi favorisce la nascita di campioni?

No, il discorso è un po’ diverso. Di sicuro la creazione di un gruppo costruito sulle basi già descritte fa sì che da noi ci sia sempre uno standard competitivo. Il campione però vien fuori indipendentemente da ciò: il talento non si può creare, ma ci si deve lavorare. In Italia, visti i tanti tornei presenti, c’è questa possibilità di mettersi subito alla prova e comprendere in che modo muoversi“.

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Berrettini e Sinner, da questo punto di vista, rappresentano il nostro presente e il futuro più immediato. In chiave tecnica cosa possiamo dire di questi due giocatori?

Sono due grandissimi tennisti. Berrettini è migliorato molto sul lato del rovescio ed è diventato molto efficace con il dritto e il servizio. Credo che stia prendendo sempre più consapevolezza dei propri mezzi, convinto di poter stare dove sta ora e di ambire a posizioni ancor più di vertice. Su Jannik, lo vediamo tutti. Ha una testa incredibile e penso che sia questo il fattore che gli permetterà di crescere ancora. Le sue vittorie non sono casuali e parliamo di un giocatore con tanti margini di miglioramento che è in zona top-10. Il servizio è cresciuto, ma non è ancora un colpo che gli frutta tanti punti, e lo stesso discorso vale per l’approccio a rete“.

Pensi possano vincere degli Slam?

Non posso rispondere a questa domanda perché non si può sapere. In Italia, purtroppo, abbiamo sempre tanta fretta e alla prima sconfitta spariamo a zero. Ho letto di un Berrettini che per il ko contro Alex de Minaur è stato descritto come un giocatore normale. Rendiamoci conto dei risultati che Matteo ha raggiunto nel 2021, dalla valenza storica. Capisco che l’ATP Cup possa avere per noi un fascino, ma nei fatti è un torneo di preparazione in vista dello Slam. Matteo ha quello in testa, come anche altri. Trarre delle conclusioni per un risultato negativo non mi trova d’accordo e lo stesso ragionamento può valere per Sinner quando ha avuto un momento difficile nell’estate 2021“.

Ma non credi che essere al top porti anche ad aumentare le aspettative e di conseguenza le critiche?

Senza dubbio, ma questo non significa che una sconfitta vada quasi a cancellare quanto di buono è stato fatto in precedenza. La maturazione di un giocatore, soprattutto a livello maschile, non è immediata e serve tempo. Al di là di qualche eccezione straordinaria, il percorso non è istantaneo“.

Sinner, in questo senso, può aver bruciato le tappe, ma nel circuito c’è chi è stato più precoce di lui. Ci si riferisce a Carlos Alcaraz. Tanti lo descrivono come un fenomeno e un tennista che vincerà degli Slam. Laura Golarsa cosa pensa?

Penso che ognuno di noi può pensare e prevedere quello che vuole. Ci sono delle ovvie preferenze. Oggettivamente sì, Alcaraz sta facendo delle cose con precocità, esprimendo un tennis già completo. Da capire quali siano i suoi margini perché questo può cambiare molte cose. Per me Sinner ha un vantaggio dal punto di vista mentale importante, anche lo spagnolo ha una bella testa, ma voglio vedere in questo 2022 che cosa farà quando i rivali cominceranno a prendergli le misure“.

Abbiamo tanto parlato di tennis maschile italiano, mentre nel femminile si fa fatica. L’eredità lasciata dalle grandi giocatrici del passato non è stata raccolta. Perchè?

Purtroppo qui il discorso è un po’ complicato e triste. La risposta è che, contrariamente al maschile, non si è fatto un sistema e non si è costruito qualcosa di solido dopo le grandi giocatrici. La mia impressione è che in Italia l’attenzione per le donne che giocano a tennis non sia come dovrebbe e non a caso le campionesse che conosciamo hanno fatto delle esperienze all’estero proprio per cercare delle soluzioni. Probabilmente, si dovrebbe lavorare su questo aspetto per fare in modo che si possano valorizzare delle giovani interessanti“.

Tennis femminile a livello internazionale che non ha una grande padrona. Una fase di transizione?

Non so dare una risposta sinceramente. Forse sì, è un momento di passaggio prima dell’avvento di grandi campionesse che però io non vedo all’orizzonte. Le donne, rispetto agli uomini, hanno una maturazione anticipata per cui certi risultati dovrebbero arrivare prima. Stiamo assistendo in questo momento a una grande alternanza e quindi non penso che ci sia una giocatrice alla Serena Williams per intenderci“.

E al maschile la situazione come la descriviamo?

Credo che Djokovic, al di là del grande caos scoppiato in Australia, giocherà ancora per qualche anno e sarà ad alto livello. Lui, ancor più di Nadal e Federer, ha una capacità fisica incredibile, associata a doti tecniche e mentali pazzesche. Certo, dovrà fare i conti con i vari Medvedev e Zverev che mi sembrano già pronti, mentre Tsitsipas l’ho visto un po’ perso per questioni legate alla giovane età“.

Una battuta sulla questione Djokovic-Australia?

Una grandissima confusione e Nole ha le sue responsabilità in primis“.

Foto: LaPresse

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