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Pallavolo
Volley, Italia: abbondanza di schiacciatori, ma è emergenza opposti. Ivan Zaytsev ancora fondamentale
L’operazione Parigi per l’Italia del volley maschile è iniziata con tutti gli ingredienti che servono a ricostruire un grande ciclo, tranne forse uno, quello dell’opposto di peso, di cui però si è capito che si potrebbe anche fare a meno, sia dopo gli Europei che dopo il primo scorcio di stagione. Quello che era un problema un paio d’anni fa, con poche bande ricevitrici, ora è sempre un problema, ma di abbondanza. Centrali, alzatori e liberi non mancano di certo, sugli opposti si può migliorare anche se qualcosa si muove fra i giovani e Tommaso Stefani, pur senza ancora la dovuta continuità, qualcosa sta facendo vedere di interessante.
Il futuro azzurro è assicurato da un regista che, dopo un’Olimpiade controversa, nella quale non si può certo dire che abbia giocato male, ma nella quale non ha forse inciso come voleva e poteva, ha confermato sia all’Europeo, sia nella prima parte della stagione in corso (se mai ce ne fosse stato bisogno) di essere nella top tre a livello mondiale della categoria. Simone Giannelli è una sicurezza: va studiato e fatto studiare a tutti i ragazzi che hanno qualità al palleggio perché abbina la scelta giusta e spesso non convenzionale ad una precisione e ad una personalità che ne fanno il leader incontrastato del gruppo.
Sugli attaccanti di palla alta il sistema Trento potrebbe essere esteso anche alla Nazionale. Tre schiacciatori di ruolo in campo e uno di questi “riconvertito” a opposto: nel caso specifico Daniele Lavia che se la sta cavando molto bene. Alessandro Michieletto, dopo essere stato una delle poche note positive ai Giochi di Tokyo, è letteralmente esploso all’Europeo con prestazioni di altissimo spessore, supportate da numeri straordinari e si è confermato in azzurro al Mondiale Under 21, trascinando l’Italia al trionfo. Sta giocando una stagione di altissimo spessore, per numeri e continuità di rendimento e ha tutte le caratteristiche per essere uno dei migliori schiacciatori del prossimo decennio a livello globale.
Daniele Lavia è un prodotto della scuola italiana dei martelli ricevitori: completo e, una volta liberato dai problemi fisici che lo hanno disturbato per quasi tutta la scorsa stagione, ha dimostrato all’Europeo (ma qualche sprazzo c’era stato anche ai Giochi) tutto il suo valore. Continuo, efficace in ricezione, a tratti devastante in attacco, Lorenzetti lo sta trasformando in un “falso opposto”, fino a che punto falso si capirà in futuro visto che i numeri in attacco sono da opposto “vero”.
Il sistema Trento, però, presuppone la presenza di un giocatore di altissima qualità ed esperienza come Kaziyski e l’Italia, qualora De Giorgi decida di adottare questo sistema, dovrà trovare il terzo schiacciatore e il tecnico marchigiano potrebbe avere l’imbarazzo della scelta con Mattia Bottolo, che a Padova sta giocando un’ottima stagione, e Francesco recine, che a Piacenza sta incontrando qualche difficoltà in pole position. Alle loro spalle sta crescendo benissimo Tommaso Rinaldi, altro figlio d’arte, altro campione mondiale Under 21 che sta disputando un’ottima stagione a Cisterna. Attenzione anche a Giulio Magalini, schiacciatore di Verona classe 2001, e ad Alberto Pio Nicotra, classe 2002, in forza a Vibo Valentia.
Il problema sembra essere il ruolo di opposto: Giulio Pinali, dopo un Europeo da “bomber” vero, sfruttando probabilmente anche il fatto che anche gli avversari lo ritenevano meno pericoloso di altri attaccanti azzurri e gli hanno concesso qualche spazio in più a muro e in difesa, ha incontrato le attese difficoltà a Trento, perdendo il posto da titolare ma facendosi spesso trovare poronto quando chiamato in causa. Yuri Romanò è stato utilizzato poco in campionato, mentre ha spesso risposto presente il campione del mondo Under 21 Tommaso Stefani che si è spesso preso la scena giocando nelle file di Taranto. La domanda che si fanno in molto, soprattutto da quando è rientrato è sempre quella: perché non guardarsi indietro e provare a riprendere il discorso Ivan Zaytsev?
Lo Zar a Parigi avrà 36 anni ma anche tanta voglia di non chiudere la sua splendida storia azzurra senza medaglie d’oro e solo con tanti piazzamenti di prestigio e tante medaglie al collo d’argento e di bronzo. Se la motivazione sarà quella giusta, se l’approccio sarà quello giusto (come pare nelle prime partite giocate con la maglia di Civitanova) la presenza di Zaytsev, quello vero, potrebbe rappresentare un plus per una Nazionale che ha dimostrato di poter fare a meno di lui ma non ancora del tutto.
Foto Fivb