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Atletica, l’Italia si coccola Zaynab Dosso: record italiano dopo 39 anni. Chi è la velocista azzurra? “Saggezza” dei 60 metri

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L’atletica italiana si coccola un nome nuovo: Zaynab Dosso, la ragazza capace di eguagliare il record italiano sui 60 metri dopo addirittura 39 anni! L’azzurra ha corso la distanza alla Orlen Cup di Lodz in un eccellente 7.19, pareggiando il primato che Marisa Masullo detiene addirittura dal lontano 1983. La nostra portacolori ha chiuso in seconda posizione alle spalle della polacca Ewa Swoboda (7.00), nello stesso meeting in cui Marcell Jacobs sfrecciava in 6.49 sulla medesima distanza.

Si è aperta una nuova era per lo sprint italiano, che ora può esultare anche col settore femminile (da annotare il 7.29 di Aurora Berton, settima azzurra all-time). Zaynab Dosso ha timbrato il minimo per i Mondiali Indoor (Belgrado, 18-20 marzo) e sembra avere tutte le carte in regola per sognare in grande a livello internazionale.

La velocista reggiana è cresciuta a Rubiera sotto la guida tecnica di Loredana Riccardi e dallo scorso novembre è allenata a Roma da Giorgio Frinolli. La 22enne delle Fiamme Azzurre si è resa protagonista di un miglioramento costante nelle ultime settimane, fino al 7.28 siglato settimana scorsa a Berlino e poi l’esplosione in Polonia: 7.24 in batteria e addirittura 7.19 in finale, nonostante una partenza migliorabile (0.209 il tempo di reazione).

Atletica, Orlen Cup Lodz: Zaynab Dosso è seconda nei 60m. Il 7″19 vale il record italiano

La ribattezzata “Za” si distingue per la sua falcata rotonda e per un’accelerazione portentosa, con cui ha riscritto un pezzo di storia dell’atleta italiana. Ha fatto meglio della leggendaria Manuela Levorato (7.20 nel 1999) e il suo obiettivo è già stato dichiarato ai microfoni federali: “Voglio la finale dei Mondiali indoor di Belgrado“. Zaynab Dosso è nata a Man (Costa d’Avorio), è giunta in Italia nel 2009 raggiungendo la famiglia che si era trasferita nel Bel Paese nel 2002 ed è in possesso della cittadinanza dal 2016. Il suo nome in lingua araba significa “saggezza”. L’azzurra, che vanta quattro presenze in Nazionale, è un’appassionata di basket e ama il ballo e la fotografia.

Va segnalato che la classe 1999 non correva al coperto da due anni ed è ben consapevole degli aspetti da migliorare: “La partenza? Pessima, in finale ero ultima, se riesco a migliorarla ci divertiamo a Belgrado. Perché la seconda parte è stata veramente buona. Ora devo lavorare per incollare tutte le parti. Intanto mi godo questo record eguagliato, per me è importantissimo”. Nel mirino c’è già la rassegna iridata tra poco più di un mese, ma intanto si può già iniziare a guardare alla stagione all’aperto: sui 100 metri ha un personale di 11.43 datato 2020, decisamente migliorabile.

Agli Europei Under 18 del 2016 ha mancato il podio individuale per un centesimo, ma poi ha contribuito con una bella frazione di 200 metri al bronzo della staffetta mista. Nella stagione indoor 2018 aveva sfiorato il record italiano dei 60 juniores con 7.36.

Foto: Fidal/Colombo

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