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Basket, Ben Bentil: “Ho sempre sperato di venire a Milano e, ora che sono qui, spero di starci a lungo”

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Nonostante sia arrivato solo a stagione in corso, Ben Bentil è già diventato un giocatore importantissimo per l’AX Armani Exchange Milano. La storia dello statunitense parte però da molto lontano e con uno sport diverso dal basket, come raccontato a Luca Chiabotti su La Repubblica – Milano“Sono cresciuto giocando a calcio, in attacco, e mi piace farlo ancora durante l’estate. Gestire un pallone con i piedi in spazi limitati, ha migliorato la mia rapidità e mobilità anche nel basket”.

Dal Ghana agli Stati Uniti, un cambiamento davvero importante: “In Africa a quell’età sei un uomo e devi fare la tua parte. Non è stato facile, sono un mama’s boy, mi manca anche adesso. È lei il mio segreto per essere arrivato fino a qui: ho visto mia madre soffrire e lavorare senza tregua per mettere ogni giorno del cibo in tavola per me e i miei fratelli, sono andato negli Stati Uniti per cogliere l’occasione di regalare una vita migliore a me e a tutta la mia famiglia. La soluzione è semplice: se trovi un lavoro da fare, completalo. Non importa se non ti senti sempre a tuo agio, finiscilo senza troppe storie nel modo migliore possibile”.

Bentil ha poi continuato parlando del suo ambientamento nella nuova squadra e della sua grande arma, il tiro da tre: “Se hai più armi tra le quali scegliere, è più difficile marcarti. Poter sfruttare due dimensioni, in aria e oltre la linea dei tre punti, mi dà la possibilità di aiutare l’Armani a vincere in modi differenti. Sono in una squadra incredibile, avere compagni così forti ed esperti, che mi hanno accolto dal primo giorno come uno del gruppo mostrando fiducia in me e dandomi sostegno e consigli, sarà fondamentale per la mia carriera. Da quando sono in Europa, ho sempre sperato di venire a Milano e, adesso che sono qui, spero di esserci a lungo”.

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Infine, un piccolo commento sulla sua vita fuori dal parquet: “Normalmente sto molto in casa, amo i videogiochi, guardo partite per studiare il basket, parlo ogni giorno con la mia famiglia. Austin (Tilghman, suo amico fraterno e giocatore di Ravenna, ndr) viene spesso a Milano, in A2 giocano solo una volta alla settimana, ed è una fortuna che sia solo a due ore di treno da qua, così possiamo passare molto tempo assieme. Andrò a San Siro: da ragazzino giocavo molto a FIFA ed era uno dei miei stadi preferiti, non vedo l’ora di vederlo di persona. Però faccio il tifo per il Manchester United”.

Credit: Ciamillo

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