Ciclismo

Ciclismo, Chris Froome: “Vieterei le bici da cronometro. Lo sterrato è un grande rischio”

Pubblicato

il

La stagione deve ancora entrare nel vivo, ma le polemiche non mancano. La Volta a la Comunitat Valenciana ha visto alcuni dei corridori (tra tutti Evenepoel e Trentin) scatenarsi sull’arrivo della terza frazione, con lo sterrato molto probabilmente troppo rischioso per gli uomini della classifica generale.

Sull’argomento è intervenuto anche Chris Froome: “È una questione spinosa, perché dà maggiore entusiasmo alla gara, ma è anche un grosso rischio. Prepararsi per una corsa a tappe richiede mesi di preparazione, non solo del capitano, ma anche di tutta la squadra intorno a lui, l’intero staff, gli investimenti, le risorse e tutto potrebbe essere letteralmente per nulla. Magari in un settore di pavé o di sterrato, un tocco di ruote, una lotta per una posizione e, bang, corsa finita. Capisco l’entusiasmo, ma è davvero come lanciare un dado in termini di rischio/ricompensa per gli uomini di classifica. Va bene nelle corse di un giorno, ma sarebbe un peccato perdere per questo degli uomini di classifica, lascerebbe meno entusiasmo al resto della corsa”.

Il britannico poi ha voluto parlare anche delle bici da cronometro, dopo il brutto infortunio di Egan Bernal: “Amo le crono. È un’arte, un’abilità, qualcosa di cui deve sapere molto in quanto ciclista professionista. Una delle cose magiche dei GT è l’equilibrio tra puri scalatori e corridori che sanno andare forte a crono. Ma dopo essere uscito con la bici da crono stamattina, e alla luce dei recenti eventi, le bici da crono non sono fatte per correre su strada nel modo in cui ci serve per prepararci alle crono. Se c’è una crono di un’ora al Tour, devi simulare quella. Ma quante strade ci sono in cui è possibile correre per un’ora in condizioni di strada chiusa, senza traffico, senza stop, senza semafori? Sono condizioni che non esistono nel mondo reale. Una cosa è correre con le strade chiuse, e anche lì possono esserci incidenti orribili, ma è tutt’altra cosa correre con la strada aperta, il traffico e la gente che attraversa la strada”.

Infine: “Non sarebbe più uniforme fare le crono con le bici da strada? Senza dubbio, e io credo che renderebbe la situazione più equilibrata, in cui sarebbe più decisiva l’abilità dei singoli corridori e non l’aerodinamica, il tempo passato nella galleria del vento e i finanziamento che vanno a un progetto come prepararsi per le crono. Personalmente, trovo ironico che l’UCI abbia introdotto regole per rendere lo sport più sicuro, come limitare le posizioni che possiamo usare in bici, mentre a mio avviso, una cosa del genere sarebbe abbastanza semplice da implementare e avrebbe un impatto molto più grande sulla sicurezza dei ciclisti”.

Foto: Valerio Origo

Exit mobile version