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Ciclismo, da domani il Tour of Oman: salite interessanti e tanta battaglia

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Il ciclismo riaccoglie il Tour of Oman dopo due anni di assenza. Il Covid ha influito nella mancata disputa del 2021, ma non nel 2020, quando la gara avrebbe anticipato l’esplosione della pandemia; fu la morte del Sultano Qaboos in gennaio a sconvolgere il Paese, che annullò la competizione anche in segno di lutto. Ma ora non ci sono fattori esterni che tengano, l’Oman torna protagonista del mondo a due ruote.

Si va a caccia del trono occupato nelle ultime due edizioni dal kazako Alexey Lutsenko, che non sarà presente quest’anno; l’obiettivo sarà quello di entrare a far parte di un albo doro che comprende nomi assai interessanti come quelli di Chris Froome, due volte vincitore tra il 2013 e il 2014 (e nella prima edizione un podio al livello del Tour de France con Alberto Contador e Cadel Evans), e Vincenzo Nibali, trionfante nel 2016 avanti a Romain Bardet.

Sei giorni di corsa che alzeranno piano piano l’asticella: dopo due giorni dedicati ai velocisti, già dalla terza frazione, con arrivo in salita a Qurayyat, 2800 metri al 7% di pendenza. La quarta tappa, che si conclude alla Royal Opera House di Muscat, strizza l’occhio ai finisseurs, con la triplice scalata a Jabai Street, 3,4 chilometri quasi al 9%, con l’ultima a 17 chilometri dall’arrivo: un attacco in discesa potrebbe sconvolgere le carte. La classifica si potrebbe disegnare definitivamente alla quinta frazione, con la salita di Jabal Al Akhdhar, quasi sei chilometri con pendenza media al 10%, in cui gli uomini di salita si daranno battaglia, ma si potrà avere qualche sorpresina anche nell’ultima frazione, che si concluderà con un circuito di 7,5 chilometri da ripetere tre volte e un dentello di 500 metri al 7% che potrebbe favorire gli attacchi dell’ultim’ora.

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Un percorso che potrebbe favorire ciclisti come Fausto Masnada: l’alfiere della Quick Step Alpha Vinyl si presenta a questa corsa come capitano e potrebbe dire la sua per la vittoria finale senza veri e propri big delle salite. Potrebbe dire la sua anche Rein Taaramae della Intermarché-Wanty-Gobert, vincitore al Picon Blanco lo scorso anno alla Vuelta, e Alberto Rui Costa che ha spesso fatto bene in Oman, arrivando secondo nel 2017; ma in una corsa così breve e senza padroni, le sorprese possono essere tante. Fra i velocisti, spicca la presenza di Mark Cavendish, al debutto stagionale.

Foto: LaPresse

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