Seguici su

Ciclismo

Ciclismo, Victor Campenaerts: “Il mio motore è quello di una Panda, punto alle Classiche e alle fughe nei Grandi Giri”

Pubblicato

il

Da cronoman a corridore da Classiche. È questa la transizione che sta provando a completare Victor Campenaerts. Il 2021 del belga è stato infatti più improntato sulle prove in linea per cercare di migliorare sempre di più e ora l’obiettivo è continuare su questa strada anche in questa nuova stagione.

Dal 2018 mi sono cominciato ad avvicinare al massimo livello a crono – ha spiegato il belga in una lunga intervista a Cyclingnews Due volte campione nazionale, due volte campione europeo, una vittoria alla Tirreno-Adriatico e un bronzo mondiale. Poi ho fatto il Record dell’Ora, che è stato una svolta nella mia carriera. In un certo senso ho raggiunto l’obiettivo che seguivo da quando avevo 13 anni, essere il migliore al mondo. In quel momento il livello delle crono stava salendo. Mi piace pensare di aver cambiato le crono perché ho curato dettagli che nessuno aveva mai curato prima. Diciamo che non sono un enorme talento, ma ho ottenuto il Record dell’Ora senza avere il miglior motore del gruppo. Poi nel 2019 e durante il lockdown tutti hanno cominciato a curare questi dettagli. Il mio prossimo obiettivo era diventare campione del mondo, ma era chiaro che sarebbe stato impossibile da raggiungere. Così ho pensato a quale potesse essere per me la strada migliore per continuare a competere ad alto livello e ho pensato di non competere più con i migliori cronoman al mondo, ma di puntare alle gare in linea dove puoi creare degli scenari per vincere anche se non sei il più forte, specialmente nelle Classiche e con le fughe nei GT”.

Il corridore della Lotto Soudal ha avvertito il bisogno di cambiare obiettivi alla Tirreno-Adriatico del 2020: È stata la crono. Una delle migliori che abbia mai fatto, ma anche una di quelle in cui ho avuto il distacco maggiore dal vincitore (Filippo Ganna, ndr). L’anno prima avevo fatto una buona crono, di certo non la mia migliore, e avevo vinto, il che fa capire il livello. Tutte le crono successive sono andate più o meno allo stesso modo. […] Sono contento di aver avuto un 2020 meno divertente, perché mi ha permesso di reinventarmi. Sto correndo meglio e ottenendo ottimi risultati, e questo mi dà gioia, la stessa gioia di un bambino. Ho 30 anni, ma ora non la vedo solo come la mia professione”.

Ciclismo, il tampone molecolare smentisce i test rapidi: Vincenzo Nibali è ancora positivo

La gara in cui ha capito di poter essere competitivo anche nelle corse in linea è stata invece la scorsa Kuurne-Bruxelles-Kuurne: “Penso ancora all’attacco di Van der Poel sul Kanarieberg. Ero davanti, ma avevo un po’ paura ad andare con lui. […] Dopo Mathieu mi ha detto ‘eri lì, se mi avessi seguito di sicuro saremmo rimasti davanti’. Mi ha aperto gli occhi”.

L’ex campione europeo a crono ha poi concluso con un commento simpatico e significativo: “Non direi che il mio corpo o il mio motore siano scambiati. Mi descrivo ancora come una Fiat Panda. Alcuni corridori hanno una Lada, possono andare sempre, ma hanno un motore pesante che è difficile far salire di giri, la mia Panda invece può raggiungere anche 10000 giri a minuto. Il problema è che se lo fai troppo, una Panda poi la devi portare in garage per le riparazioni e lo stesso vale per il mio corpo. Insieme con il mio allenatore e il mio fisiologo stiamo mettendo a punto il motore. Lavoro con loro da quando avevo 13 anni e quindi sappiamo bene come reagisce il mio corpo, è come avere una Playstation”.

Foto: LaPresse

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità