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Dove sarebbe Matteo Berrettini senza gli infortuni? Tutti i problemi fisici degli ultimi 16 mesi
Matteo Berrettini, per la seconda volta nel giro di pochi mesi, è stato costretto a ritirarsi a match in corso a causa di un problema di natura fisica. I muscoli addominali lo hanno fermato nel corso del secondo set con l’americano Tommy Paul al primo turno dell’ATP 500 di Acapulco, quando il punteggio era di 6-4 1-5.
Forse conscio del fatto che c’era la possibilità di rischiare un aggravarsi del pericolo, che ben conosce, il romano ha preferito ritirarsi dopo aver chiamato l’intervento del fisioterapista. Va detto che, per tempistiche, è anche sostanzialmente fortunato: non avrebbe giocato comunque in Coppa Davis, e l’esordio eventuale a Indian Wells non si vedrà prima dell’11 marzo, dato il suo status di testa di serie.
La sua è una strada che è sostanzialmente costellata di infortuni, specie nell’ultimo anno e mezzo. Agli Australian Open del 2021 si è fermato perché, al terzo turno, ha sentito proprio un dolore nella zona ormai nota contro il russo Karen Khachanov. La partita l’ha chiusa e vinta, ma agli ottavi non è riuscito a presentarsi, mandando il greco Stefanos Tsitsipas ai quarti senza sudare. Ed è rimasto fermo fino ad aprile.
Dopo Wimbledon, in più, ha dovuto saltare ancora per infortunio le Olimpiadi: il problema alla gamba sinistra che si era tenuto dentro durante i Championships non era per nulla risolto. Infine, cosa sia accaduto alle ATP Finals contro il tedesco Alexander Zverev lo ricordano in molti. Senza contare tutti i fatti degli Australian Open 2022, tra guai di stomaco e rischi per la caviglia.
Facile chiedersi dove il numero 1 d’Italia sarebbe senza questa lunga sequenza di problemi. C’è da credere che la posizione più alla portata sarebbe stata la quinta, ma al contempo, visti i risultati di Djokovic, Medvedev, Zverev e Tsitsipas, sarebbe stato ben difficile ottenere di più in condizioni normali. Chiaramente, però, la storia non si può fare con i se e con i ma. E una sesta posizione, nell’attuale contesto, è ben più che meritoria.
Foto: LaPresse