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F1, cosa abbiamo capito dai test di Barcellona? Il sogno è quello di un Mondiale con 4 attori protagonisti

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La tre giorni di test di Barcellona è ormai andata in archivio. La prima uscita ufficiale delle monoposto di F1 2022 ha lanciato diversi spunti di riflessione, senza però che si sia davvero riusciti a capire qualcosa di concreto sui reali valori in campo. Dinamica prevedibile e, anzi, auspicabile. L’obiettivo di Liberty Media era proprio quello di creare incertezza. Chiaramente non solo nelle prove pre-stagionali, ma soprattutto nei Gran Premi. Cerchiamo comunque di analizzare quanto accaduto al Montmelò.

Potremmo sintetizzare il trittico catalano in una massima legata a dovere e potere: “Chi doveva spingere, ha spinto. Chi poteva nascondersi, si è nascosto”. Quello effettuato in terra spagnola è stato un mero assaggio, che non può neppure essere definito antipasto. Semplicemente i team hanno spiluccato qua e là, cercando di comprendere quali possono essere i punti di forza e le debolezze. Chi sembra aver effettuato al meglio i “compiti a casa”, portando in pista il miglior progetto iniziale, sono le due squadre più blasonate della storia, che però non vincono ormai da oltre un decennio. Parliamo, ovviamente, di Ferrari e McLaren.

Le vetture della Scuderia di Maranello e del team di Woking sono apparse quelle maggiormente a proprio agio sul tracciato catalano, soprattutto perché hanno patito meno di altre il famigerato porpoising, autentico tormentone della sessione di test effettuata questa settimana. La F1-75 e la MCL36 hanno sofferto il saltellamento in maniera minore rispetto ad altre vetture. È un ottimo punto di partenza, ma si tratta di un vantaggio effimero, in quanto verrà presto colmato da tutte le concorrenti dirette. Peraltro non c’è modo di sapere quanto abbiano davvero spinto i vari piloti, dunque le prestazioni pure lasciano letteralmente il tempo che trovano.

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Di certo c’è che la Ferrari ha completato più giri di chiunque altro (439), seguita da Mercedes (393), McLaren (367) e Red Bull (358). Ottimo segnale in ottica affidabilità e, al tempo stesso, tanti chilometri utili per raccogliere dati da elaborare in queste settimane. Barcellona è servita soprattutto ad avere dei riscontri fisici, in maniera tale da lavorare al simulatore in vista delle prove di Sakhir, programmate dal 10 al 12 marzo. I prossimi saranno giorni cruciali, in quanto si potrà agire tenendo in considerazione dei concreti punti fermi, non solo aleatorie ipotesi virtuali.

La McLaren sembra la squadra più soddisfatta in assoluto, ma forse è anche quella con meno margine. Ferrari e Mercedes hanno marcato il territorio, mentre Red Bull è rimasta sorniona. Il sogno è quello di avere un livellamento fra questi quattro soggetti anche in gara, ma è decisamente troppo presto per trarre conclusioni. Tra i wannabe top team, Alpine è apparsa più indietro, sia sul piano prestazionale che soprattutto dell’affidabilità. Non bene per il marchio francese, che parte peggio di altri.

Complessivamente, i test del Montmelò hanno avuto il pregio di generare aspettativa per la prossima sessione. C’è già enorme curiosità per capire quali contromisure ed evoluzioni verranno apportate dalle varie squadre alle proprie monoposto. Aspettiamoci evoluzioni significative già a Sakhir. Se il Mondiale di Formula Uno 2022 fosse un film, le prime leaks sarebbero interessantissime. Aspettiamo però il trailer del Bahrain per farci un’idea su una pellicola che in tanti sperano possa godere di un cast corale e non più solamente uno/due attori protagonisti.

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