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F1, Test di Barcellona già decisivi per la Ferrari. Binotto e il team sotto pressione: la macchina sarà competitiva?

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Nella giornata di ieri la Ferrari ha ufficialmente presentato al pubblico la propria vettura di Formula Uno per la stagione 2022. La F1-75 assumerà un’importanza cruciale nella storia del Cavallino Rampante, poiché su di essa sono riposte gargantuesche speranze e aspettative. Non potrebbe essere altrimenti, perché la Scuderia di Maranello non vince il Mondiale piloti dal 2007 e quello costruttori dal 2008. Il tassametro corre e per trovare un’astinenza più lunga si deve tornare al cosiddetto “Grande digiuno”. Mancano ancora sei anni per pareggiare l’intervallo temporale passato dal titolo di Jody Scheckter nel 1979 e quello di Michael Schumacher nel 2000, ma la privazione iridata inizia a farsi intollerabile.

Si cerca un erede di Kimi Räikkönen, ancora oggi l’ultimo Campione del mondo di Rosso vestito, dopo che fior fiore di fuoriclasse quali Fernando Alonso e Sebastian Vettel hanno fallito l’assalto al pinnacolo degli sport motoristici. Sia lo spagnolo che il tedesco, già affermatisi con Renault e Red Bull, hanno tentato la consacrazione anche con la Ferrari, senza però raggiungere l’obiettivo prefissatosi. Addirittura entrambi hanno visto la loro carriera di fatto affossata dall’esperienza a Maranello, poiché né l’uno né l’altro hanno più vinto un singolo GP dopo aver lasciato il Cavallino Rampante.

La politica della Scuderia fondata dal Drake è cambiata. Non si punta più su piloti già arrivati in vetta con altri team che cercano di ripetersi sulle vetture più blasonate in assoluto, bensì si cerca di formare in casa il prossimo Campione del mondo, affidandosi a chi ha ancora tutto da dimostrare. Charles Leclerc e Carlos Sainz saranno quindi gli alfieri di una squadra affamata tanto quanto loro. Però, in Formula Uno, tutta l’ambizione di questa Terra non serve a nulla se non si è supportati da un mezzo meccanico all’altezza. Eccoci quindi alla domanda cruciale. La Ferrari 2022 sarà competitiva per vincere il Mondiale?

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La Formula Uno odierna non lascia molto spazio ai recuperi a stagione in corso. Certo, ci possono essere aggiustamenti nei valori in campo, con miglioramenti in itinere. Però è ormai evidente che se la monoposto non è da titolo all’inizio dell’anno, non lo sarà mai. L’impossibilità di effettuare veri e propri test, unita allo sviluppo calmierato, ha come conseguenza quella di cristallizzare i rapporti di forza, salvo qualche aggiustamento che non sposta davvero gli equilibri. Ecco perché i test di Barcellona saranno già decisivi per il Cavallino Rampante.

“Dobbiamo capire” e “stiamo lavorando” sono stati i tormentoni pronunciati dal direttore sportivo della Ferrari Mattia Binotto negli ultimi due anni. Dopo l’incubo del 2020, quando la SF1000 si è trovata addirittura impantanata nelle retrovie delle classiche, il 2021 è stato vissuto come un lungo banco di prova in vista del 2022. La SF21 ha dimostrato come i principali difetti della disastrata predecessora siano stati corretti. Un buon segnale, nonostante Red Bull e Mercedes siano rimaste avanti anni luce. Da tempo la Scuderia di Maranello vive di speranze, ma ci stiamo avvicinando al momento della verità.

Barcellona indicherà già se la nuova Rossa sarà all’altezza delle aspettative in essa riposte. Di pazienza i ferraristi ne hanno avuta tanta, aspettando proprio questo momento. La speranza è che a breve Mattia Binotto possa pronunciare le fatidiche formule “abbiamo capito” e “abbiamo lavorato”, le quali sarebbero il barometro linguistico per annunciare il ritorno della Ferrari nella categoria che le compete, ovverosia quella delle pretendenti al Mondiale.

Foto: La Presse

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