Aerials
Giovanni Malagò: “Spedizione da record, multidisciplinari come nessuno. Più bravi a vincere medaglie che gli ori”
L’Italia ha concluso la sua avventura alle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022 con un bottino di 17 medaglie: 2 ori, 7 argenti, 8 bronzi. A livello complessivo si tratta del secondo miglior risultato di sempre (inferiore soltanto ai 20 allori di Lillehammer 1994), ma è innegabile che il piatto dei titoli piange ed è per questo che il Bel Paese è soltanto 13mo nel medagliere “classico”. Nel medagliere all’americana, ovvero quello che prende in considerazione come primo parametro il numero totale di allori, l’Italia occupa il nono posto.
L’Italia ha conquistato almeno una medaglia in otto sport differenti (si tratta di un record assoluto alle nostre latitudini). Spicca lo storico trionfo nel torneo di curling doppio misto per mano di Amos Mosaner e Stefania Constantini; vanno celebrate le gesta di Arianna Fontana (diventata l’atletata italiana più medagliata di tutti i tempi ai Giochi); sono da evidenziare le doppiette di Federica Brignone, Francesca Lollobrigida e Omar Visintin; di rilievo l’argento di Sofia Goggia, seguita da Nadia Delago, in discesa libera.
Giovanni Malagò, Presidente del Coni, ha tracciato un suo primo bilancio a Casa Italia, prima della Cerimonia di Chiusura (alle ore 13.00 italiane) durante la quale ci sarà il passaggio di testimone a Milano-Cortina 2026: “Ho sempre detto che avremmo vinto fra le 13 e le 17 medaglie, ma nessuno può pensare che, quando ne vinci 17, solo due sono d’oro. Una lettura numerica potrebbe sintetizzare che gli italiani sono molto più bravi a vincere le medaglie che gli ori. Questione di centesimi, infortuni, giudizi, ma è qualcosa su cui riflettere. Ma dal punto di vista quantitativo resta una spedizione record”.
Olimpiadi 2022, sufficienza piena con i freddi numeri. Italia anziana, piazzata e poco vincente
Giovanni Malagò prosegue: “È evidente che noi siamo multidisciplinari come non lo è nessuno. Sotto il profilo qualitativo del medagliere questo può essere un elemento di debolezza, ma sotto quello della cultura sportiva questo è un valore aggiunto che noi abbiamo. Se guardiamo le discipline andate a medaglia in tutto il mondo tra Tokyo e Pechino siamo a 28, questa classifica ci vede al terzo posto nel mondo. Primi Stati Uniti, seconda Russia e terza l’Italia. Questo è motivo di grandissima riflessione di politica sportiva, che dovrà essere sviluppato con una certa urgenza ma al tempo stesso è motivo di grandissimo orgoglio“.
Il numero 1 dello sport italiano si proietta ovviamente verso la prossima edizione, che sarà ospitata appunto in Italia: “In cosa Milano-Cortina 2026 sarà migliore di Pechino 2022? L’argomento vero è l’anima, l’atmosfera. Sicuramente qui era particolarmente condizionata dalla questione della pandemia. So come sono stati i Giochi in Corea del Sud, dove non c’era la pandemia: quando la Goggia ha vinto la discesa, c’erano 137 persone presenti. Su questo faremo la differenza. L’età media dei medagliati azzurri a Pechino è stata attorno ai 26 anni. È un ottimo segnale per Milano-Cortina“.
C’è spazio anche per parlare di questioni economiche: “Abbiamo richiesto doverosamente un contributo per pianificare quattro anni al meglio. A parole sono mesi che ogni settimana è quella buona per sbloccare la situazione, anche se siamo già in ritardo perché lo aspettavamo già fra settembre e dicembre. Qui si tratta di prendere ragazzi e ragazze dai 15 ai 18 anni che devono essere per 4 anni in un ragionamento di ritiro permanente e servono finanziamenti. Chi ospita le Olimpiadi fa molto meglio, ti giochi il jolly perché stai dentro da tutte le parti“.
Foto: Lapresse