Golf
Golf, Joaquin Niemann mantiene la testa a metà Genesis Invitational. Francesco Molinari 44°
Si è concluso nella notte italiana il secondo giro al Genesis Invitational, di scena in California con tutta la tradizione di cui è in possesso all’interno del PGA Tour. Al comando c’è il cileno Joaquin Niemann, autore di un gran giro in -8 che gli consente di tenersi la leadership con lo score complessivo di -16. Uno spettacolare inizio il suo, visto e considerato che nelle prime due tornate ha realizzato sempre 63; per lui oggi eagle alla 1, poi sette birdie e un bogey.
Alle sue spalle si conferma l’americano Cameron Young, per la verità anche il migliore di giornata grazie al suo -9 fatto fruttare soprattutto nelle nove buche finali (per lui quelle dalla 1 alla 9: è partito dalla 10), in cui realizza un importante -6 che funziona da base per il suo complessivo -14. Completa per ora il podio il numero 8 del mondo, Justin Thomas, con un altro ottimo score parziale, -7, che lo porta così a -11. Si capisce in questo modo quanto siano importanti le distanze nella zona di testa.
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Quarti a -9 l’australiano Adam Scott, in odor di polemiche per la questione Superlega araba, e l’USA Jordan Spieth, poi è sesto il numero 2 del mondo, Collin Morikawa, a -8 in questa non usuale rappresentazione dimezzata degli americani in top ten. Settimi lo scozzese Russell Knox, l’australiano Cameron Smith e il norvegese Viktor Hovland, tutti a -7 e con quest’ultimo che scala 54 posizioni in virtù proprio del -7 odierno. Decimi a -6 gli statunitensi Max Homa e Maverick McNealy, l’australiano Marc Leishman e il colombiano Sebastian Munoz.
Supera il taglio Francesco Molinari: il torinese procede costantemente, è 44° a -2 con un altro 70 fatto segnare sulla carta. Per lui quattro birdie a fronte di tre bogey, in un gruppo nel quale c’è anche Tony Finau. Rischia tantissimo, ma si salva per il rotto della cuffia, lo spagnolo Jon Rahm: il numero 1 del mondo gira male, +2 di giornata, pari con il par complessivamente ed è 60°, appena un colpo sopra la linea del citato taglio, che non evitano invece Dustin Johnson, Bubba Watson, Brooks Koepka e Patrick Reed.
Foto: LaPresse