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Golf, Phil Mickelson sulla Superlega araba: “Perché li considero? Opportunità unica per rimodellare il PGA Tour”
Stanno facendo molto discutere le dichiarazioni rilasciate da Phil Mickelson in relazione alla questione della Superlega araba del golf, quella che vuole combattere da pari a pari il PGA Tour contando sull’appoggio del fondo di pubblico investimento dell’Arabia Saudita. Un resoconto molto dettagliato della questione lo fornisce la ESPN, che riporta sia le parole di “Lefty” che quelle di altri golfisti.
Si è espresso così il cinquantunenne californiano di fronte ad Alan Shipnuck: “Sono dei b***rdi con cui fare affari, hanno ammazzato Khashoggi e hanno una reputazione orribile sui diritti umani. Compiono esecuzioni sulle persone perché sono gay. Sapendo tutto questo, perché li prendo anche solo in considerazione? Perché questa è un’opportunità unica nella vita di rimodellare come il PGA Tour opera. Conosco almeno 20 persone che vogliono unirsi, e se il Tour non fa la scelta giusta, è molto probabile che questo accada“.
Dalla PGA of America i portavoce fanno sapere che non ci sono commenti sulle parole di Mickelson. Chi replica è il numero 8 del mondo Justin Thomas: “Sembra un po’, ecco, egoista come discorso. Non so, ha fatto grandi cose per il PGA Tour, è una delle grandi ragioni per cui è dov’è, ma lui e altri sono irremovibili sulla superlega araba. Se ci stanno così dentro, vadano. Non penso che qualcuno li fermi“. Se è tempo che chi flirta con gli arabi debba restare o andarsene: “Sono già oltre. Ho sentito anche troppo su troppi giocatori che sono stufi di tutto, ma continuano a girare, quindi non sono così stufi“.
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Continua Mickelson: “Il PGA Tour è stato in grado di essere con tattiche manipolative, coercitive, di mano dura, perché noi giocatori non abbiamo risorse. Per quanto tranquillo il commissioner Jay Monahan può essere, se non hai ascendente non farà quel che è giusto. E i soldi sauditi ci hanno finalmente dato questo vantaggio. Non sono neanche sicuro di volere il successo della Superlega, ma soltanto l’idea di permetterci di fare le cose per bene con il PGA Tour“. E ancora sul circuito USA: “Dicono di essere una democrazia, ma sono una dittatura. Divide et impera. Le preoccupazioni dei top player sono diverse da quelli più in basso nella money list, ma sono molti di più questi ultimi. Usano i top player per rendere la loro situazione migliore, ma non hanno voce in capitolo“.
Jay Monahan, notoriamente, ha annunciato che ci saranno sanzioni per chi andrà nella Superlega araba, fino addirittura all’espulsione permanente dal PGA Tour. La nuova lega ha come frontman la leggenda Greg Norman, ed è risaputo che dovrebbe annunciare i propri piani il prossimo mese, nella settimana del Players Championship. Jason Kokrak e l’australiano Adam Scott hanno ammesso contatti o qualcosa di più; tra gli indiziati ci sono Bryson DeChambeau e Dustin Johnson.
Foto: LaPresse