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Tennis
Nicola Pietrangeli: “Sinner e Berrettini in top5 a fine 2022. La Coppa Davis fa schifo. Nadal non è il migliore”
Il tennis sta facendo battere i cuori nel Bel Paese e la presenza di Matteo Berrettini al Festival di Sanremo non è causale, con somma gioia tra l’altro del pubblico femminile.
Al di là delle battute, lo sport con racchetta e pallina si sta ritagliando uno spazio sempre maggiore nella considerazione dal grande pubblico, anche perché due tennisti nella top-10 nei nostri confini non si erano visti neanche nell’epoca dei Panatta e dei Barazzutti.
Conoscere la storia aiuta a comprendere meglio il nostro presente e da questo punto di vista chi meglio di Nicola Pietrangeli, leggenda del tennis italiano, può valutare quanto sta accadendo nel tennis in questo momento. Lui, capace di vincere il Roland Garros in due circostanze (1959, 1960), di giungere in semifinale a Wimbledon (1960) e nei quarti di finale agli Australian Open (1957), si sta godendo con gli occhi dell’appassionato lo sbrilluccichìo del tennis azzurro, senza dimenticare quanto accaduto nel 1976 quando nel ruolo di capitano non giocatore vinse la prima e unica Coppa Davis della storia dell’Italia.
Sig. Pietrangeli, anzitutto, come sta? Si sta godendo quanto il tennis moderno ci stando?
“Sto bene e seguo sempre con grande interesse. Sa, però, nel parlare della contemporaneità ci dimentichiamo spesso di quello che è stato“.
Ha ragione, avere un quadro storico è fondamentale per capire cosa accade. Da questo punto di vista, Matteo Berrettini sta percorrendo una strada inesplorata nella nostra tradizione. Che cosa ne pensa?
“Posso solo dirgli bravo. Il fatto che a distanza di più di 60 anni (1957, ndr) sia riuscito a fare meglio di quanto avessi fatto io, rende merito a lui e a quanto fatto da me stesso visto quanto tempo si è dovuto aspettare per avere un giocatore in Australia in semifinale. Non è un risultato di poco conto e nelle valutazioni dovremmo anche ricordarcelo. Berrettini è un giocatore con la giusta mentalità, ma attenzione a chi c’è dietro…“.
Si riferisce a Jannik Sinner?
“Esatto. A differenza di Matteo che dipende tanto dal suo servizio, lui può far male con qualsiasi colpo e credo quindi in prospettiva abbia maggiori chance per vincere tornei di alto livello (Slam). Le faccio però una previsione su entrambi”.
Prego!
“Sono convinto che entrambi a fine 2022 saranno in top-5. Avevo già pronosticato che Jannik e Matteo si sarebbero ritrovati nei primi dieci e ora credo possano spingersi oltre. Hanno il gioco per raggiungere traguardi sempre più ambiziosi“.
E magari anche pensare di vincere insieme la Coppa Davis?
“Coppa Davis? Guardi, per come è adesso a me fa schifo. Comunque, parlando della competizione, sulla carta siamo inferiori solo alla Russia. Possiamo arrivare in fondo. Forse abbiamo un doppio ancora non sufficientemente solido, ma vedremo”.
Solidità che fa rima con Rafael Nadal. Ha visto la Finale degli Australian Open?
“Certo che l’ho vista e mi sembrava quasi un film“.
Che cosa intende?
“Ha presente i film di Sylvester Stallone? Nadal mi ha ricordato un po’ Rocky che, nonostante le difficoltà e la forza di un rivale più giovane, riesce a vincere. Per me è stato un miracolo quanto ha fatto Rafa. In verità le dico questo: Medvedev non meritava di perdere, ma Nadal ha meritato di più di vincere. E’ stato uno splendido spot per il tennis. Però vorrei sottolineare una cosa a cui tengo: quanto fatto dallo spagnolo è storico, ma ogni epoca ha i suoi campioni. Per questo io non credo molto a questi discorsi sul miglior giocatore di ogni tempo“.
Si può spiegare meglio?
“Intendiamoci, nessuno disconosce quanto fatto da Nadal o da altri, però per come la vedo io non si possono mettere in relazione le vittorie tra giocatori di epoche diverse. Sono cambiate le racchette, i campi, la preparazione ecc. Come possiamo confrontare i tennisti della mia generazione con quella attuale? Questi hanno delle racchette che sono come delle Ferrari, mentre noi a confronto avevamo una Lancia“.
Mi sembra di capire che per lei il cosiddetto GOAT non abbia ragione di esistere?
“Precisamente e, a mio parere, dovremmo solo godere di quello che il campo ci dà“.
A proposito di questo e della considerazione che i tennisti meritano, non le danno fastidio i costanti riferimenti che tanti appassionati fanno a Berrettini e a Sinner sulla loro residenza a Montecarlo?
“Onestamente sono ragionamenti frutto solo dell’invidia. Siamo nel 2022 e non vedo per quale motivo se un atleta ha la possibilità di risiedere dove crede, senza violare la legge, non possa farlo o debba essere considerato un criminale. Io anche ho la residenza a Montecarlo e non mi sento di certo un ladro. Ci sarebbe da affrontare un discorso sulla situazione fiscale in Italia, ma invece si parla di altro“.
A questo punto, attendiamo di verificare che il suo pronostico su Sinner e Berrettini sia corretto?
“Assolutamente, ne riparliamo tra qualche mese“.
Foto: LaPresse