Editoriali
Olimpiadi 2022, Italia oltre le aspettative nella prima giornata. Ma il fondo femminile è imbarazzante
Due medaglie su tre opportunità a disposizione. Decisamente non male l’avvio dell’Olimpiade di Pechino 2022 per l’Italia. Si è andati oltre le più rosee aspettative: l’argento di Francesca Lollobrigida poteva starci alla vigilia, ma appariva tutt’altro che scontato. Nello short track le speranze erano molto più flebili, eppure è maturata una gara capolavoro da parte degli azzurri, capaci addirittura di sfiorare l’oro con la magnifica rimonta di Pietro Sighel. Niente da fare invece per la staffetta mista di biathlon: che Norvegia e Francia fossero superiori è stato confermato dal verdetto del campo, ma oggettivamente il podio era troppo distante per il livello attuale degli italiani, soprattutto in campo maschile.
Quel che è piaciuto è stato l’atteggiamento gagliardo e combattivo da parte di quasi tutti i nostri portacolori. Pensiamo ad esempio a Jessica Malsiner e Davide Bresadola, bravi a raggiungere i rispettivi obiettivi minimi prefissati nel salto con gli sci; oppure a Dominik Fischnaller nello slittino, pienamente in corsa per una medaglia nonostante le varie peripezie che ha dovuto fronteggiare il cugino Kevin Fischnaller, escluso a causa della positività al Covid, e che certamente hanno minato la serenità della squadra; ma è stata straordinaria anche Lisa Vittozzi, ritrovatasi per magia proprio alle Olimpiadi dopo una stagione in cui troppo spesso è rimasta soggiogata dalle proprie paure.
Una citazione speciale meritano i ragazzi del curling. Stefania Constantini ed Amos Mosaner compongono ormai una coppia esplosiva ed affiatata, dove ciò che emerge sono la pacatezza dei modi ed il rispetto reciproco (abbiamo visto tante altre coppie avversarie sbroccare o addirittura prendersi a male parole…). La semifinale, peraltro conquistata con tre turni di anticipo, rappresenta un risultato storico, ma non impensabile alla vigilia: la caratura dei ragazzi italiani li poneva comunque tra gli outsider per un posto tra le magnifiche quattro. Ora non dovranno accontentarsi. E’ vero che non sono abituati a giocare partite da dentro o fuori, ma al tempo stesso non avranno nulla da perdere: se continueranno a scendere sul ghiaccio con la giusta dose di spensieratezza, allora nessun traguardo può essere precluso, neppure quello massimo.
L’unica nota stonata proviene dallo sci di fondo. Non che vedere le italiane fuori dalla top30 nello skiathlon sia una sorpresa, intendiamoci. Ma ciò che preoccupa, al di là dell’eloquente distacco di oltre 5 minuti dalla vincitrice, è l’essersi ormai abituati alla mediocrità da un decennio. E dire che in questo sport l’Italia dominava negli anni ’90 con Manuela Di Centa e Stefania Belmondo, ma ancora nel Nuovo Millennio si era difesa più che egregiamente con le varie Gabriella Paruzzi, Arianna Follis e Marianna Longa. Poi l’oblio assoluto. Una crisi talmente profonda che appare sin da ora improbabile pensare ad un’azzurra competitiva nelle gare di distanza a Milano-Cortina 2026. Ed è sconcertante come da anni non si sia fatto nulla di realmente concreto per provare ad invertire un trend imbarazzante.
Foto: Lapresse