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Olimpiadi, Italia: frenata verso il sogno top10 nel medagliere. Outsider meglio dei favoriti

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L’Italia esce dalla giornata odierna delle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022 come un pugile che, dopo un tremendo gancio destro, è finito al tappeto, subendo il conteggio da parte dell’arbitro. Dopo i fasti iniziali ed i risultati anche inattesi, oggi si sono susseguite controprestazioni importanti che rischiano di pesare in quel che sarà il bilancio conclusivo della spedizione.

Alla vigilia dei Giochi la top10 nel medagliere sembrava un traguardo oggettivamente fuori portata: sapevamo (e sappiamo…) che saranno necessari 5 ori, ma non è detto che bastino (ma potrebbe accadere anche che, con una serie fortunata di incastri, potrebbero esserne sufficienti 4, a patto da poter contare su un cospicuo numero di argenti). Dopo i trionfi di Arianna Fontana e dei meravigliosi ragazzi del curling, un pensierino avevamo iniziato a farlo. D’altronde i nostri assi migliori dovevano ancora arrivare, pur non essendo così tanti.

Per questo il mancato podio di Michela Moioli ci ha bruscamente riportato sulla terra. La bergamasca, non giriamoci attorno, era la favorita n.1, soprattutto in contumacia della ceca Eva Samkova. Inoltre l’eliminazione ai quarti della britannica Charlotte Bankes, ovvero la rivale più accreditata, sembrava aver spalancato un’autostrada verso l’oro. E’ andata diversamente. E’ chiaro che se oggi l’Italia si fosse ritrovata a quota 3 ori, allora il sogno top10 (che non si raggiunge da Torino 2006) si sarebbe tramutato automaticamente in un obiettivo concreto. Per ora resta invece un traguardo molto complicato: più ‘no’ che ‘sì’, perché è più probabile una top15.

Oltre a quella di Moioli, è già sfumata anche un’altra potenziale medaglia, quella della staffetta femminile di short track. La scivolata dell’oriunda canadese Cynthia Mascitto ha messo sin dalle prime battute fuori gioco il quartetto tricolore che aveva le carte in regola non solo per giocarsi con Olanda e Cina l’accesso ad una finale, ma anche di salire sul podio: un grandissimo peccato non aver sfruttato una Arianna Fontana in stato di grazia.

Intendiamoci: 7 medaglie e 2 ori dopo le prime cinque giornate di Olimpiadi sarebbe stato un risultato da sottoscrivere alla vigilia (noi di OA Sport, a questo punto dei Giochi, ci saremmo attesi 4 podi ed un oro, quello della Moioli). Dunque bene, senz’altro, ma forse oggi è mancato quello scatto per porre le basi ad un bottino finale davvero succulento, anche in termini di allori complessivi (qualcuno già iniziava a fantasticare di raggiungere e superare il primato di 20 medaglie di Lillehammer 1994). Un dato, ad ogni modo, salta all’occhio, anche ripensando a Tokyo 2020: è più facile che un italiano vinca da outsider piuttosto che da favorito. Ricordate i 10 ori delle Olimpiadi giapponesi? Chi partiva davvero in pole-position? Forse il solo Luigi Busà nel karate…Qui in Cina sta andando nello stesso modo. Arianna Fontana, in un’ipotetica griglia di partenza, occupava forse la terza casella, mentre con il curling si è materializzata una delle sorprese più grandi della storia dello sport italiano.

Ad ogni modo, le occasioni di riscatto non mancheranno, così come permangono diverse incognite, due su tutte: la reale condizione di Sofia Goggia (che sui social sprizza ottimismo e con i giornalisti mette le mani avanti: dove sta la verità?) e, soprattutto, la scarsa consistenza mostrata sinora dal biathlon, una delle discipline che assegna più titoli in assoluto e dove l’Italia rischia di rimanere a bocca asciutta se non verrà invertito il trend insufficiente delle prime gare. Chissà che le prossime medaglie o vittorie non giungano ancora una volta dagli atleti meno attesi. C’è poi un altro discorso: la stragrande maggioranza delle nostre punte ha già compiuto 30 anni e, alle loro spalle, non si intravedono ricambi per l’edizione casalinga di Milano-Cortina 2026. Ma questa è un’altra storia che approfondiremo più avanti…

Foto: Lapresse

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