Curling
Olimpiadi, l’oro nel curling è il sesto nella storia degli sport di squadra per l’Italia dopo pallanuoto e calcio!
Questione di feeling. Irene Cara, cantando il suo celebre pezzo (“What a feeling”), avrebbe potuto essere ispirata dalle gesta di Amos Mosaner e di Stefania Constantini. I due azzurri hanno scritto una pagina di storia indelebile dello sport italiano, non solo invernale. Mai, infatti, nel curling era arrivata una medaglia olimpica e i due ragazzi nostrani sono andati oltre l’immaginabile: oro nel doppio misto, specialità che racchiude novità, parità di genere e condivisione.
Ecco che nella specialità vista in maniera quasi distaccata nel nostro Paese, Amos e Stefania hanno il merito di aver acceso le luci, vincendo tutti e undici gli incontri e concludendo con l’8-5 contro la Norvegia di oggi in maniera trionfale.
Un riscontro da rimarcare anche nella tradizione italiana poco fortunata degli sport di squadra alle Olimpiadi. Considerando il curling facente parte di questa categoria e conseguentemente anche il doppio misto, la vittoria odierna è la sesta per il Bel Paese.
Constantini e Mosaner sono riusciti a riportare quindi un oro a Cinque Cerchi, ricordando che a potersi fregiare di ciò l’ultima volta, tra le discipline indicate, erano state le ragazze della pallanuoto femminile ad Atene 2004. Allargando gli orizzonti vi sono i tre ori olimpici della pallanuoto maschile (Londra 1948, Roma 1960 e Barcellona 1992) nonché quello del calcio maschile (Berlino 1936).
Pertanto, da questi dati, si possono evincere le difficoltà nel vincere un titolo olimpico nei nostri confini, cosa che peraltro i Giochi di Tokyo hanno confermato. In questo discorso, il digiuno della pallavolo stride assai, considerando le vittorie agli Europei posteriori delle due compagini azzurre oltre al fatto che neanche la famosa “Generazione dei fenomeni” seppe ottenere quell’oro così ambito, raccogliendo l’argento ad Atlanta nel 1996.
Giusto godere, quindi, di questa piacevole “anomalia” in un percorso in cui il fare squadra non è stato il fiore all’occhiello nello Stivale nella storia a livello olimpico.
Foto: LaPresse