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Olimpiadi, pagelle Italia 13 febbraio: De Fabiani anello debole. Vittozzi: meglio fermarsi

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PAGELLE ITALIA OLIMPIADI 13 FEBBRAIO 

Italia curling, 6: dopo quattro sconfitte consecutive, arriva una reazione d’orgoglio che vale il primo successo nei confronti della Svizzera. Seppur piccolissima, resta una fiammella per sperare nelle semifinali. A nostro avviso i fasti del doppio misto hanno condizionato in negativo la compagine maschile: è come se il gruppo non sia riuscito a gestire l’improvvisa notorietà di questo sport e si sia creato pressioni eccessive che non hanno giovato alla serenità. Ora gli azzurri si sono sbloccati, speriamo non troppo tardi.

Giada Andreutti (monobob), 6: l’ex discobola fa una figura più che decorosa. Non solo è 14ma, ma nella seconda manche ha ottenuto un incoraggiante decimo tempo complessivo.

Luca De Aliprandini (sci alpino), 5: ci ha provato, come è giusto che sia ad una Olimpiade. E’ andata male. Di sicuro lo stop di tre settimane dopo la distorsione alla caviglia rimediata ad Adelboden non ha giovato.

Tommaso Sala ed Alex Vinatzer (sci alpino), senza voto: escono subito, ma sono due slalomisti che in gigante sono stati schierati esclusivamente per fare numero (e per provare la pista in vista della loro gara).

Federico Pellegrino (sci di fondo), 8,5: disputa una prima frazione di staffetta eccezionale, chiusa in terza posizione. Nel finale si produce addirittura in un forcing in salita che con cui stacca Francia e Norvegia. Oggi ha avuto buone risposte su quello che dovrà essere il suo futuro: le lunghe distanze. Con l’avanzare dell’età, sarà infatti sempre più complicato rimanere competitivi nelle sprint. Chissà che il valdostano non si inventi un finale di carriera in un’altra veste.

Francesco De Fabiani (sci di fondo), 2: vanifica la grandissima prestazione di Pellegrino con una seconda frazione pessima, in cui paga quasi 2 minuti da Iivo Niskanen e fa precipitare l’Italia dalla terza alla settima posizione. Doveva essere l’uomo migliore di questa staffetta, si rivela invece l’anello debole. Ha fallito in maniera fragorosa anche in un format che dovrebbe amare, ovvero quello in cui si gareggia sull’uomo. Continua a palesare problemi di tenuta fisica.

Giandomenico Salvadori e Davide Graz (sci di fondo), 6-: senza infamia e senza lode. Bisogna essere onesti: anche se De Fabiani si fosse superato, con loro due nelle ultime frazioni sarebbe stato comunque impossibile raggiungere una medaglia. L’Italia non ha quattro atleti competitivi, da anni ormai.

Dorothea Wierer (biathlon), 5,5: l’occasione era ghiotta. Quando c’è forte vento, la sua dinamica di tiro si inceppa, perché non può sparare veloce come di consueto: fatica a ‘lavorare’ i bersagli. Proprio i poligoni in piedi sono fatali per la rincorsa alla seconda medaglia: tre errori sono troppi al cospetto di avversarie superiori sugli sci.

Lisa Vittozzi (biathlon), 5,5: chiude 32ma, a ridosso delle top30 e con i ‘soliti’ quattro errori a terra. Non si qualifica per la mass start. L’auspicio è che, dopo le Olimpiadi, possa fermarsi e iniziare a pensare alla prossima stagione: non ha senso proseguire in questo modo, si sta facendo del male.

Samuela Comola (biathlon), 6: per il suo livello chiudere l’inseguimento tra le top40 è un ottimo risultato.

Lukas Hofer (biathlon), 9: disputa la gara della vita, trovando un 20/20 al tiro non così usuale. Eppure non basta per salire sul podio, dopo aver rimontato dalla quattordicesima posizione. E’ un quarto posto che fa male. Non è mai stato un atleta molto fortunato.

Dominik Windisch (biathlon), 6: falloso più che mai al poligono (ben 7 errori), ma limita i danni e chiude 26°, staccando anche il biglietto per la mass start che, nel 2019, lo vide laurearsi campione del mondo.

Thomas Bormolini (biathlon), 5,5: a lungo in lotta anche per la top10, compromette tutto con un ultimo poligono in piedi da 1/5. Lui nella mass start non ci sarà.

Pietro Sighel (short track), 7,5: oggi finalmente ha dimostrato di che pasta è fatto. Raggiunge la finale con autorità, poi paga il fatto di partire dalla quinta casella: nei 500 metri un gap che, di fatto, cancella quasi completamente ogni chance di vittoria. Prova in tutti i modi almeno ad arpionare una medaglia, ma cade durante il penultimo giro. Non abbiamo così tanti giovani talenti in vista di Milano-Cortina 2026, ma Sighel è uno di questi: va coltivato con cura.

Staffetta donne short track, 6,5: le azzurre vincono la Finale B e ottengono un platonico quinto posto.

Italia team pursuit speed skating, 5: entrare in semifinale sarebbe stata un’impresa, ma gli azzurri non ci sono neppure andati vicini. Davide Ghiotto e Michele Malfatti hanno forse pagato le fatiche dei 10000 metri, Andrea Giovannini ha lavorato per farsi trovare pronto alla mass start di sabato 19 febbraio, gara che richiede una preparazione diversa rispetto alle distanze tradizionali.

Foto: Lapresse

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