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Olimpiadi, pagelle Italia 7 febbraio: Fontana Re Mida, la differenza tra Feuz e Paris, Wierer fatica ai Giochi

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PAGELLE ITALIA OLIMPIADI LUNEDI’ 7 FEBBRAIO

Stefania Constantini e Amos Mosaner (curling), 9.5: vi chiedete perché non diamo 10? C’è ancora una partita… Nell’ultima sfida del round robin eliminano i temibili canadesi, poi rifilano un’autentica lezione alla Svezia, surclassando gli scandinavi con un 8-1 che non ammette repliche ed a suon di mani rubate. Hanno portato questo meraviglioso sport (che OA Sport vi ha sempre proposto anche durante Europei, Mondiali e qualificazioni olimpiche…) nelle case degli italiani, muovendo le masse e facendo realmente scoppiare un entusiasmo contagioso. Ora la Norvegia in finale per l’ultimo tassello.

Federica Brignone (sci alpino), 9: mai sul podio in stagione in gigante, si inventa la gara migliore proprio alle Olimpiadi, da vera campionessa. Si meriterebbe una ciliegina d’oro: potrà riprovarci in superG (dove la svizzera Lara Gut-Behrami fa paura, soprattutto per quanto mostrato oggi nella seconda manche) ed anche in combinata. Ha l’entusiasmo di una ragazzina, nonostante i 31 anni. Dà proprio la sensazione che questo periodo magico della carriera possa ancora proseguire a lungo.

Marta Bassino (sci alpino), 4: la sua Olimpiade, di fatto, non è mai iniziata, perché è uscita dopo due porte. Getta al vento probabilmente l’occasione più ghiotta della carriera, ma potrà riprovarci a Milano-Cortina 2026, senza dimenticare che in superG qui a Pechino sarà una mina vagante.

Elena Curtoni (sci alpino), 6: non aveva velleità in gigante. La gara odierna è servita come allenamento e, soprattutto, per scacciare l’incubo dell’isolamento vissuto nei giorni scorsi.

Silvia Bertagna (freestyle), 3: brutta prestazione, resta lontanissima dalla qualificazione nel big air.

Emiliano Lauzi (snowboard), 8,5: supera i propri limiti ed agguanta una quinta piazza insperata nello slopestyle. Bravissimo, sia da sprone affinché l’Italia investa in queste discipline acrobatiche dove da troppi anni fa la comparsa, quasi con inspiegabile supponenza.

Christof Innerhofer (sci alpino), 2: un uomo della sua esperienza, a 37 anni, non può uscire così dopo tre porte in discesa. A lui va la palma di peggior italiano di oggi.

Matteo Marsaglia (sci alpino), 6: dignitoso, chiude in top15 pur con un errore importante. Non era comunque un atleta da podio e resta il dubbio se fosse meglio puntare su Mattia Casse, soprattutto in ottica superG.

Dominik Paris (sci alpino), 6,5: dispiace dirlo, ma l’azzurro non vale Beat Feuz. Lo svizzero ha vinto quattro Coppe del Mondo di discesa, nonché l’oro in questa specialità sia ai Mondiali sia alle Olimpiadi. L’azzurro, ormai 32enne, di fatto in discesa non ha mai vinto nulla, se non singole tappe nel circuito maggiore: né ‘coppette’ né titoli iridati o a cinque cerchi. Certo, nel palmares vanta un oro mondiale in superG ed una Coppa del Mondo di specialità nella medesima disciplina, comunque troppo poco per il potenziale di questo atleta. Paris sovente domina in grandi classiche come Bormio o Kitzbuehel, ma non ha mai vinto, ad esempio, in Val Gardena o a Wengen. Eccelle veramente solo su determinate piste ed in certe condizioni di neve. Nei grandi appuntamenti fatica, soprattutto alle Olimpiadi dove non ha mai portato a casa nemmeno un bronzo. Domani si giocherà una piccola speranza in superG, dopodiché resterà la prova d’appello di Milano-Cortina 2026, quando la discesa si disputerà sull’amata Stelvio di Bormio. Allora, però, avrà 36 anni, in fondo non così tanti se pensiamo ai 41 del francese Johan Clarey, oggi argento…Di sicuro Feuz, al contrario, vince dovunque ed in qualsiasi condizione.

Leonardo Donaggio (freestyle), 8: splendida finale conquistata nel big air. Questo 18enne ha davvero grande talento: nel 2026 potrebbe diventare una delle punte azzurre nell’Olimpiade casalinga.

Francesca Lollobrigida (speed skating), 7: i 1500 metri, rispetto ai 3000 ed alla mass start, erano una distanza meno congeniale (e lo saranno ancor meno i 5000). Ottiene comunque un buon sesto posto nel giorno del suo compleanno. Ora non dovrà sentirsi appagata, perché nella mass start esistono i presupposti anche per provare a vincere.

Dorothea Wierer (biathlon), 5: per ora prosegue il rapporto travagliato con le Olimpiadi. Ha vinto due Coppe del Mondo generali, 3 ori ai Mondiali, ma ai Giochi non ha mai ottenuto alcun alloro individuale (proprio come Dominik Paris). Alibi come il vento o il freddo danno la sensazione del ‘già sentito’, senza contare che le condizioni sono uguali per tutti. Restano ancora diverse opportunità: serve una reazione.

Lisa Vittozzi (biathlon), senza voto: non vogliamo infierire. La prestazione della staffetta ci aveva illuso, oggi sono tornati i consueti fantasmi al poligono. Forse, al termine delle Olimpiadi, sarebbe opportuno fermarsi, saltare le ultime tappe di Coppa del Mondo e cercare di capire come risolvere il problema in vista del prossimo anno.

Federica Sanfilippo e Michela Carrara (biathlon), 5: disputano una gara nelle retrovie, ma da loro era difficile attendersi un exploit.

Arianna Fontana (short track), 10 e lode: era già tra i miti immortali dello sport italiano, ora si tratta di capire se sia la migliore in assoluto…Forse meglio di lei, in campo femminile, c’è solo Valentina Vezzali. Ha bissato la medaglia d’oro nella stessa specialità: gli unici italiani a riuscirci ai Giochi Invernali erano stati Alberto Tomba, Deborah Compagnoni ed Armin Zoeggler. Una Arianna Fontana così non si era mai vista, davvero. Il sorpasso nei confronti dell’olandese Suzanne Schulting è un capolavoro indimenticabile, assimilabile ad esempio alla rimonta indelebile di Filippo Tortu nella 4×100 a Tokyo 2020. Attenzione perché non è finita: questa Fontana può dar filo da torcere a chiunque anche nei 1000 e nei 1500 metri.

Arianna Valcepina (short track), 7.5: era la meno attesa delle sorelle e, grazie anche ad un pizzico di fortuna, ha raggiunto una semifinale insperata nei 500 metri.

Martina Valcepina (short track), 5: ingenua, vanifica una grande chance facendosi squalificare ai quarti per falsa partenza.

Pietro Sighel (short track), 6: ha tutto per spaccare il mondo, ma è ancora poco accorto tatticamente. Oggi è stato squalificato a seguito di una manovra sin troppo avventata. Se avrà imparato la lezione, nei 500 potrà dare spettacolo. E’ un talento purissimo.

Verena Hofer (slittino), 7: ottima ottava posizione dopo due manche. E’ in pole per venire schierata nel team relay, dove le ambizioni dell’Italia saranno comunque zavorrate dall’assenza di Dominik Fischnaller, positivo al Covid.

Andrea Voetter (slittino), 6: non ha mai veramente digerito questa pista e, per ora, è stata scavalcata nelle gerarchie interne da Verena Hofer.

Nina Zoeggeler (slittino), 6: al momento è 16ma, non distante da una top15 che rappresenterebbe un punto di partenza.

Foto: Lapresse

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