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Pattinaggio artistico, caso Valieva: un focolaio di covid-19 dietro il ritardo del laboratorio di Stoccolma

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Arrivano ancora informazioni riguardanti il caso di Kamila Valieva, stella russa del pattinaggio artistico risultata positiva al doping nel contesto delle Olimpiadi di Pechino 2022 dopo un test fallito il 25 dicembre e confermato l’8 febbraio da un laboratorio di Stoccolma convenzionato con la WADA, l’Agenzia Mondiale Antidoping.

Proprio il ritardo del centro di analisi svedese è, in queste ore, argomento di forte dibattito, visto lasso di tempo, oltre un mese e mezzo, passato tra la rivelazione della sostanza e la sua effettiva conferma. Tuttavia nel pomeriggio italiano di venerdì 11 febbraio l’agenzia russa TASS ha rivelato un tipo di informazione importante per inquadrare ancora meglio quanto successo.

Stando a quanto scritto dall’organo di stampa, sembra che il ritardo sia attribuibile a un focolaio di covid-19 scaturito tra i dipendenti del laboratorio, una notizia arrivata direttamente da fonti interne alla RUSADA, l’agenzia anti doping russa: “Secondo i dati inviati dal laboratorio alla RUSADA, il motivo dei ritardi nell’analisi e nella segnalazione da parte del laboratorio è stata un’altra ondata di coronavirus e un aumento dell’incidenza tra il personale di laboratorio, oltre alle regole di quarantena“.

Pattinaggio artistico, Pechino 2022: il caso Kamila Valieva punto per punto

Dopo un’intricata battaglia legale tra le parti, il destino di Kamila Valieva verrà deciso dal CAS, Corte Arbitrale dello Sport, prima dell’inizio della gara individuale, pianificata il 15  e il 17 febbraio.

Foto: LaPresse

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