Pattinaggio Artistico

Pattinaggio artistico: coppie e singolo donne lacunose, incognita danza. L’Italia farà all-in sugli uomini per Milano-Cortina 2026?

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Andate in archivio le Olimpiadi Invernali di Pechino 2022 è il momento di fare delle riflessioni nel pattinaggio artistico italiano in prospettiva del prossimo quadriennio che, come sappiamo, culminerà con i Giochi di Milano Cortina 2026.

Una cosa è certa: il nostro movimento ha bisogno di una vera scossa per presentarsi alla rassegna a cinque cerchi casalinga in una condizione di forma importante, accettabile e, soprattutto, competitiva. E i problemi da risolvere, in un lasso di tempo molto breve, non saranno pochi.

Il primo nodo da sciogliere sarà nella specialità individuale femminile, campo in cui è sempre più urgente la presenza di una pattinatrice-guida, più avanti da un punto di vista tecnico, in grado di poter servire da stimolo, dunque da traino, a tutte le altre atlete. In tal senso vedremo nei prossimi mesi se si ufficializzerà l’affare Maria Talalaikina, russa già in Italia alla corte di Angelina Turenko pronta a vestire la maglia azzurra già dalla prossima stagione. Ma potranno dire la loro anche Marina Piredda e Lara Naki Gutmann, la prima per le qualità tecniche, la seconda per la grande dimestichezza nelle componenti del programma.

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Situazione non facile da decifrare anche nelle coppie d’artistico dove, ormai lo sappiamo, la nostra Nazione non potrà più contare sul prezioso apporto di Nicole Della Monica-Matteo Guarise. In questo caso la curiosità sarà tutta nell’analizzare la crescita di Rebecca Ghilardi-Filippo Ambrosini che, dopo un primo periodo di difficoltà, si sono sbloccati nella stagione in corso dimostrando un buon potenziale. Tuttavia in prospettiva i riflettori saranno puntati anche su Sara Conti-Niccolò Macii, in grado di poter compiere brevemente dei passi in avanti. In entrambi i casi però la difficile chiave sarà quella di trovare un modo per iniziare un processo di avvicinamento alla compagine russa, Paese che al momento gioca un altro sport.

La danza sul ghiaccio rappresenta invece la vera incognita. Se i veteranissimi Charlène Guignard-Marco Fabbri riusciranno davvero a partecipare alle Olimpiadi di casa, lo faranno soltanto in quanto in lizza per un ruolo da protagonisti assoluti, fattore che metterebbe l’Italia in una condizione di favore. Se i nostri danzatori principali dovessero invece decidere di appendere i pattini al chiodo allora si spezzerà quella lunghissima catena di tradizione in attivo da più di vent’anni. Sarà dunque importante individuare già da domani su quali altre coppie puntare. E le basi ci sono tutte: da Carolina Portesi Peroni-Michael Chrastecky (al momento fermi per infortunio) a Carolina Moscheni-Francesco Fioretti passando per almeno tre team degni di nota provenienti dal mondo Junior: Noemi Tali-Stefano Frasca, Nicole Calderari-Marco Cilli e, in ultimo, Leia Dozzi-Pietro Papetti, talenti in stanza alla celeberrima scuola di Montrèal, dunque una garanzia.

Nessun problema invece nel singolo maschile, il nostro asso nella manica: se tutto andrà come previsto infatti tra quattro anni ci ritroveremo con almeno due pattinatori in lizza per una medaglia con in primis un Daniel Grassl in grandissimo spolvero, atleta che avrà l’obiettivo di eseguire solo salti quadrupli e tripli axel nel segmento più lungo, sbaragliando la concorrenza proprio sulla tecnica coniugata a un’ottima padronanza artistica. Con lui ci sarà la qualità di Matteo Rizzo e probabilmente anche la potenza di Gabriele Frangipani, un vero e proprio dream team con cui ci dovremo imporre prima in campo intercontinentale approfittando dell’instabilità russa nella specialità, e poi con Stati Uniti e Giappone. Non è un sogno. Possiamo davvero farcela.

Foto: LaPresse

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