Pattinaggio Artistico
Pattinaggio artistico: Sui-Han e Tarasova-Morozov, quando il vissuto raddrizza un’intera Olimpiade
C’è qualcosa di particolarmente speciale dietro il risultato della gare delle coppie, ultimo atto del pattinaggio di figura alle Olimpiadi di Pechino 2022. E non è soltanto legato al riscatto dei primi due team classificati, in maniera diversa i grandi delusi di PyeongChang (Sui-Han mancarono l’oro per 43 centesimi, Tarasova-Morozov furono autori di un suicidio sportivo piazzandosi in quarta posizione), bensì a qualcosa di più profondo e sentito: quello dei cinesi e dei russi è stata infatti una doppietta contrassegnata dall’esperienza, in cui è stata sfoggiata sul ghiaccio una sensazione di vissuto che, in qualche modo, avevamo completamente perso nei giorni scorsi, tutti viziati dalla tensione.
Durante un’intervista concessa alla nostra testata un paio di anni fa, il danzatore Marco Fabbri ha trovato la frase perfetta per descrivere i Neo Campioni Olimpici: “Sono una coppia di danza che fa artistico“, ci aveva detto. Non poteva trovare un’espressione più giusta l’azzurro, e basta riguardare le due performance appena andate in archivio al Capital Indoor Stadium per comprenderlo. Sui-Han non pattinano, ma disegnano bellezza, con una morbidezza fuori dal comune, con una profondità dei fili raramente vista in precedenza e con una capacità tecnica da capogiro, individuabile nel quadruplo twist capolavoro del libero e nei salti lanciati. Tra le mura amiche hanno portato tutta la loro essenza, un’essenza intensissima, colta, densa di significato e di storia.
Un fattore che si è ritrovato in parte anche in Tarasova-Morozov, due che si sono persi tante volte per ritrovarsi, insieme, nel momento che conta, abbattendo le loro paure, scacciando i fantasmi, conquistando in volata una medaglia d’argento impensabile soltanto due anni fa, quando erano per molti quasi fuori dai giochi, in seria difficoltà e alle prese con una nuova scuola russa così promettente e all’avanguardia da farli scalare posizioni nelle gerarchie interne. Oggi, con una pressione alle spalle abonorme, gli allievi di Maxim Trankov e della discussa Eteri Tutberidze (colei che, è doveroso dirlo, ha aggiustato la loro principale lacuna, i salti in parallelo) sono riusciti a superare anche i giovanissimi Campioni Mondiali in carica Anastasia Mishina-Aleksandr Galliamov, due ragazzi mostruosi che hanno alzato l’asticella, sciorinando l’aliena combinazione triplo salchow/euler/triplo salchow e arricchendo la loro prova con innumerevoli passaggi di transizione venendo fermati soltanto da un tipo di performance ancora eccessivamente meccanica. La qualità ha avuto la meglio. Anzi. Il vissuto ha avuto la meglio.
VIDEO Sui-Han conquistano l’oro a Pechino 2022 con una prova eccezionale. Riviviamo il libero
Era quello che ci voleva dopo quanto successo con l’affaire Valieva (il cui il destino non è ancora scritto, a differenza di quello che certuni pensano), dopo i pianti a dirotto di Trusova per non aver centrato l’oro in una prova femminile dal clima irreale, dopo un trionfo solo tecnico di Nathan Chen e dopo, diciamocela tutta, un’intera Olimpiade che, ad eccezione di qualche caso singolo, ha avuto molti più bassi che alti. L’ultimo gruppo delle coppie ha riportato in alto il valore del pattinaggio di figura, messo prepotentemente in discussione negli ultimi quindici giorni dal mondo esterno. Che si ricominci da qui, che si riparta da qui. Dal vissuto.
Foto: LaPresse