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Rugby
Rugby, Sei Nazioni 2022: l’Italia non vince una partita dal 2015. È possibile interrompere un triste digiuno?
L’Italia del rugby e la maledizione del 2015. Un anno che ormai è diventato un incubo per il rugby azzurro, un mantra che si ripete ogni anno alla vigilia del 6 Nazioni. Era il 28 febbraio 2015 a Edimburgo quando le mete di Joshua Furno e Giamba Venditti nel primo tempo tenevano l’Italia attaccata alla Scozia e allo scadere una meta di punizione regalò il 19-22 che significava vittoria.
Da allora, però, il nulla. Gli ultimi due turni di quel torneo valsero uno score complessivo di 20-90 e dall’edizione 2016 sono arrivate solo sconfitte. Sei tornei e 30 sconfitte, cui si aggiungono le due dell’edizione 2015. 32 partite senza vittorie. “È una cosa dalla quale non possiamo assolutamente nasconderci e non è nemmeno un dettaglio da poco conto. Ovviamente noi cerchiamo di guardare avanti piuttosto che indietro, anche perché ultimamente indietro c’è ben poco da ammirare” ha dichiarato Paolo Garbisi a OA Sport, sottolineando come le sconfitte sono una spada di Damocle sulla testa degli azzurri. Ma possono cambiare le cose?
A essere brutalmente realisti la risposta più facile è no. Lo dicono i risultati e le prestazioni di pochi mesi fa, a novembre. L’Italia ha perso con gli All Blacks, ha perso giocando male con l’Argentina e ha vinto, giocando malissimo, contro il mediocre Uruguay. Gli avversari dell’Italia nel Sei Nazioni? La Francia e l’Irlanda hanno battuto la Nuova Zelanda, l’Inghilterra ha battuto il Sudafrica, la Scozia e il Galles hanno battuto l’Australia, giusto per parlare delle nazionali più forti dell’Emisfero Sud. Di fronte a tutto ciò sperare in un successo appare pura utopia.
Il calendario dell’Italia, poi, è subito in salita. Le prime tre partite saranno contro Francia, Inghilterra e Irlanda, cioè le tre squadre che si presentano con i favori del pronostico per la vittoria finale. Puntare a un successo sarà durissimo. Se si vuole essere ottimisti, sarà marzo il mese decisivo per il destino azzurro. La Scozia a Roma non è invincibile, mentre il Galles ha tante assenze, una squadra molto giovane, e i gallesi sono storicamente imprevedibili. In positivo o in negativo.
Sperare di interrompere quest’anno il digiuno appare difficile. L’Italia è molto giovane, e questo è positivo, ma manca d’esperienza, ha un paio di assenze pesantissime – a partire da Jake Polledri – e Kieran Crowley sta ancora cercando di spiegare la sua filosofia ovale alla squadra. Come note positive c’è il blocco di Treviso, ben 23 giocatori su 33 nella prima tornata di convocazioni, che sta giocando bene nell’United Rugby Championship e che si conosce a memoria. C’è una mediana giovanissima e talentuosa su cui costruire il futuro. Da capire se questo futuro sarà già adesso.
Foto: Ettore Griffoni – LPS